di Tiziana Viganò
Sono tantissimi i
libri sul cibo e questa selezione non vuole essere che una mia scelta
personale. Mi scuso con chi la troverà ristretta e magari banale, ma si sa,
tutti i gusti sono gusti!
In quasi tutti i
libri di questa prima parte il cibo non solo è metafora ma spesso protagonista.
Ricordiamo che Eros
nel suo significato filosofico, va al di là della pura sessualità per rivestire
simboli come la forza vitale che vivifica l’universo, la bellezza e la bontà,
l’immortalità e il tramite tra una dimensione terrena e una spirituale. Allo
stesso modo il cibo è trattato come un processo di magia, perché al di là di
ogni reazione fisica e chimica la trasformazione cui viene sottoposta la
materia prima naturale ha sempre alcunché di alchemico, che va oltre la materia
verso il soprannaturale, come dimostra il legame che ancora trattiene i nostri
disincantati paesi "avanzati" ai miti antichi che hanno costruito nel
tempo la nostra cultura.
COMO AGUA PARA CHOCOLATE - DI
LAURA ESQUIVEL (1989)
Dò il titolo originale perchè quello in italiano, “Dolce come il cioccolato” è
sbagliato: l’acqua e il cioccolato insieme bollono, fanno faville, si
arrabbiano, proprio come l’ira di Tita...che non è dolce per niente.
Il lettore è stimolato e affascinato dai segreti dell’amore
e della vita raccontati attraverso il cibo. Il filone è quello del realismo
magico sudamericano, dove, tra eventi surreali e fantasia sfrenata, tra cibo,
storie, magie, passione, si racconta la storia d’amore di Tita e Pedro che è
splendida, leggera anche nei risvolti drammatici: innamorati da sempre, non
possono sposarsi per una ridicola tradizione di famiglia ma riescono comunque a
viverla sempre e a consumarla dopo tantissimi anni con un magico incendio
finale.
Il cibo è protagonista come metafora d’amore e di
sensualità, come rito, creazione, promessa e concreta espressione di emozioni:
queste sono veicolate dai sapori e dai profumi, attraverso il gusto si
risveglia il legame erotico tra le persone. Le ricette e gli antichi rimedi
erboristici scandiscono la storia, ambientata nel Messico, tra fine Ottocento e
primi Novecento, con, sullo sfondo, la rivoluzione di Pancho Villa.
Per me il più affascinante dei romanzi che hanno il cibo
come protagonista.
AFRODITA - DI ISABEL
ALLENDE (1997)
La Allende è sempre una garanzia, ma questo libro è molto
diverso dagli altri che ha scritto: è leggero, divertente, è la scusa per
parlare del suo rapporto con il cibo e l’erotismo, anche se, arrivata alla
soglia dei 50 anni, confessa che non sono le debolezze della carne quelle che
ha maggiormente praticato nella vita.
Non si direbbe: tra ricette di cucina e filtri d’amore,
ricordi associati ai sensi, narrazione di storie, i cibi, gli afrodisiaci e i frutti proibiti sono
protagonisti di questo libro in cui si riconosce il gusto della letteratura
sudamericana e soprattutto della gente latina per i piaceri materiali, proprio
tutti. Almeno fino a quando l’etica del lavoro e del denaro – di derivazione
protestante, come l’etica del capitalismo (per citare Max Weber) – non la
inquineranno e la trasformeranno in altra cosa, razionale,triste, insoddisfatta
e infelice come tutta la gente del mondo occidentale, ricca ma grigia come il
mondo che si è creato intorno.
La volgarità non esiste nella Allende, i soggetti sono
l’erotismo e l’amore raccontati con libertà, gioia e tocco leggero,
esplicitamente e senza giri di parole. Lo consiglio a tutti, lo sconsiglio solo
a chi ha pruderie nei confronti di tutto ciò che è sensuale e non sa godersi la
vita in tutti i suoi aspetti.
Come il precedente al primo posto nella mia classifica dei
libri sul cibo che preferisco
Dona Flor e i suoi due mariti è il romanzo più conosciuto
dello scrittore brasiliano Jorge Amado: un carnevale bahiano, pieno di riti
magici, incantesimi e fatture, macumba, spiriti dei morti, déi e demoni, colori
e fuochi d’artificio.
L’atmosfera della vecchia città di Bahia è resa con una
maestria fantastica, i personaggi fortemente caratterizzati saltano fuori dalle
pagine, il divertimento e l’amore per la vita si toccano come fossero di
materia: il romanzo è una celebrazione di tutto quello che è piacere terrestre
e materiale, dal sesso all’amore al cibo alla vita.
“Perché si deve sempre
aver bisogno di due amori, perché uno non basta a riempire il cuore?” si chiede
Dona Flor che, rimasta vedova di un marito, Vadinho, delinquente e
inaffidabile, ma che le faceva toccare il cielo con un dito (almeno
fisicamente), si risposa con un altro uomo sicuro e affidabile, ma noiosissimo.
E’ infelice e insoddisfatta e questa frustrazione richiama sulla terra lo
spirito di Vadinho che cerca di sedurla in tutti i modi. “La terribile
battaglia ingaggiata tra spirito e materia, con avvenimenti singolari e
circostanze stupefacenti capaci di accadere solo a Bahia” comincia e si può
immaginare come finirà.
Lo stile e il linguaggio di Amado sono fantasmagorici come
il soggetto del romanzo: qualche volta in eccesso, così ci sono pagine più
lente da leggere, e la galleria dei personaggi è talmente incredibile e
affollata che a volte si perde il filo della narrazione, ma l’autore riprende
subito l’attenzione con qualche colpo di scena.
E’ un libro stupendo, originalissimo, divertente, che vi
farà volare per mondi fantastici e senza freni inibitori. Da leggere
assolutamente. Il film è del 1976, quando è uscito il libro in Italia, non lo
ricordo in positivo, me lo ricordo volgare e molto diverso dal libro...ma sono
passati decenni, meglio non prendere posizione.
CHOCOLAT DI JOANNE HARRIS (1999)
Un capitolo scritto dalla protagonista, Vianne Rocher, una
donna libera, “strana”, affascinante e seduttiva, un po’ strega, che arrivacon
la figlia in un villaggio francese spinta da un misterioso vento di Carnevale:
il capitolo successivo scritto dal suo antagonista, il parroco Reynaud,
bigotto, represso,
un vero Uomo Nero. I due punti di vista opposti si
alternano, si incontrano e scontrano fino all’epica battaglia finale,
combattuta a colpi di cioccolata. C’è un alone di stregoneria nella cucina, una
magia primitiva e sensuale, che il parroco combatte con tutte le sue forze, lui
che si punisce digiunando contro la corruzione del cibo di cui la cioccolata è
la tentazione più diabolica. Vianne porta un vento nuovo nel paese dove grava
un’atmosfera lugubre, intreccia legami, promuove amicizie, soddisfa desideri
con le sue capacità divinatorie che si scatenano grazie al “cibo degli dei”
come lo chiamavano i maya. Diventato famosissimo per il bel film del 2000 è un
libro di facile e piacevolissima lettura, che sprigiona profumi di pasticceria
e di cioccolateria. Vietato a chi sta a dieta.
LA PARTE PIÙ TENERA DI RUTH REICHL (1998)
Impagabili e divertentissimi i primi capitoli dove si
descrive la pazza famiglia dove una madre, borderline maniaco depressiva,
cucina per tutti cibi pazzeschi con ingredienti ammuffiti, marci e velenosi.
Valgono tutto il libro che poi diventa una narrazione più normale, ma sempre
divertente,della storia giovanile dell’autrice che diventò la più famosa
critica gastronomica d’America. E’ comunque un libro che si legge in un soffio,
dove il cibo ha una parte importante, è passione,
lavoro e parte importante della vita. Non è certo un capolavoro, ma da leggere
in spiaggia o quando si è tristi è perfetto. Con tante ricette americane quasi
mai commestibili, almeno per i miei gusti e per la conservazione della salute.
Siamo in piena Bollywood (e nel 2005 il libro è stato
ridotto in film), ma trasferita in una botteguccia di Oakland tappezzata di
vasi con le spezie indiane, anche quelle perdute nella notte dei tempi: tra la
polvere si annidano i desideri dei clienti. Tilo, una donna vecchia, brutta,
rugosa e nodosa, dalle spezie trae i suoi poteri magici capaci di realizzare le
possibilità irrealizzate e i suoi incantesimi aiutano le persone venute
dall’India a risolvere i loro drammi
quotidiani.
Ogni capitolo ha il nome di una spezia e ad essa adatta il
suo contenuto: Tilo ne conosce le proprietà medicinali, ma anche quelle
soprannaturali: la descrizione delle piante è poetica e mitologica, scritta con
un linguaggio che sembra fuori dalle
nostre corde, aulico e pomposo, eccessivo proprio come ci sembrano i film
indiani alla televisione, appartenenti alla cultura di un altro mondo, ma che
infine trova anche una sua logica nella fiaba della maga che incontrando
l’amore –che a lei è proibito – con un incantesimo torna ad essere bellissima e
giovane, ma solo per una notte...Il lieto fine è garantito pur passando
attraverso una tragedia causata dalla trasgressione della maga.
Consigliato alle donne che sono curiose di esplorare una
cultura così lontana dalla nostra leggendo un libro senza pretese di
letteratura. N.B: è meglio non seguire i consigli erboristici della maga!
Nei librI che seguono
cibo e ricette percorrono le storie, ma non sono così importanti come nei
precedenti: caratterizzano la narrazione, ma non sono indispensabili.
Nonostante il titolo scoraggiante questo è un romanzo rosa
scritto bene, interessante – e qualche volta a noi donne viene voglia di
leggere una storia d’amore che finisce bene ed è leggera come una piuma
L’autrice è giornalista e conduttrice televisiva, quindi il
libro non difetta nella qualità della scrittura: non si può certo considerare
più di quello che vuole essere, ma la storia d’amore romantica e commovente di
nonna Rose - ebrea scampata all’olocausto, emigrata negli Stati Uniti e
diventata pasticcera a Cape Cod – è davvero bella e commovente. Si intreccia con quella moderna della nipote
Hope che, grazie all’indagine per trovare le tracce del passato della sua
famiglia, trova l’amore e mette in ordine la sua vita. I dolci della nonna sono
importantissimi per lo svolgimento della storia e grazie a loro si risolverà il
mistero. Il libro vuole passare l’idea
che il vero amore dura per sempre....e almeno per il tempo della lettura del
libro, ce lo fa credere davvero!
Ottime ricette di dolci da Nonna Papera, tipici americani,
alcune da provare. Consigliatissimo, ma solo alle donne.
Nelle serie di gialli
seguenti sono i protagonisti, golosi e buongustai anche un po’ maniaci che
fanno soste nelle indagini per gustare cibi della loro tradizione e danno
all’autore la possibilità di caratterizzarli con qualcosa che strappa sempre un
sorriso al lettore tra un delitto e l’altro. Tutti bellissimi i libri con
Maigret di George Simenon, i libri di Montalbano di Andrea Camilleri, Nero
Wolfe di Rex Stout e il
COMMISSARIO CARVALHO DI
LOUIS VASQUEZ MONTALBAN
Ho letto “Mari del Sud” premio Planeta 1979, molto bello. Devo
dire che ci sono molte somiglianze con i libri di Camilleri, che di sicuro ne è
stato fortemente influenzato: il nome del commissario siciliano deriva proprio
dal nome dello scrittore catalano. Leggerò gli altri della serie, ne vale la
pena.
Cuoco e gastronomo, Carvalho dimostra grande competenza in
fatto di cibo, e questo forma anche una parte importante del carattere del suo
personaggio.
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