In occasione della Giornata Mondiale dei
Diritti Umani, che ricorda la proclamazione e firma della Dichiarazione
universale dei Diritti dell’Uomo avvenuta a Parigi, il 10 novembre 1948,
all'Urban Center di Monza sabato 6 dicembre 2014 si è tenuto il
convegno “Human Rights”.
Relatori: senatrice Albertina Soliani ,
Riccardo Facchini (Amnesty International), prof. Giuseppe Malpeli (associazione Italia-Birmania), prof. Giuseppe Masera (pediatra San Gerardo
di Monza), Carlo Chierico (UPF
Monza) coordinati da Francesca
dell’Aquila (assessore alle Politiche culturali di Monza) e Laura Morasso (Consigliere
comunale)
Inaugurazione
della splendida e interessante mostra
fotografica di Raùl Zecca Castel “Come
schiavi in libertà” sulle condizioni di vita e lavoro dei braccianti di
Haiti impiegati nei campi di canna da zucchero.
mentre questo che segue è un report puntuale degli interessantissimi interventi del convegno.
Ci sono persone appassionate che si ribellano da sempre alle
ingiustizie e lottano per i diritti umani: i relatori intervenuti al convegno
hanno dato un chiaro esempio di come questo altissimo ideale si possa tradurre
in realtà concreta e come sul nostro territorio siano presenti numerose realtà
associative che si prendono la responsabilità di agire per difendere i diritti
umani, per portare avanti l’integrazione dei popoli e il suo diritto alla pace.
Così Albertina
Soliani, senatrice della Repubblica in tre mandati e autrice del libro
autobiografico "Tutto si muove, tutto si tiene. Vita e Politica. Quasi un
bilancio per la generazione che viene" (2013) Diabasis editore. Ha fondato
l’Associazione per l’amicizia Italia-Birmania
che sostiene le istanze di Aung San Suu Kyi (Premio Nobel per la Pace
1991) e porta avanti progetti di solidarietà sociale in quel paese. Sotto
un’apparenza semplice e pacata è una donna
di grande spessore e rigore etico, appassionata di una politica seria e pulita,
come oggi come non mai abbiamo bisogno, parla di valori come solidarietà, fratellanza,
pace universale che costituiscono la base comune per incontrarsi anche nelle
differenze tra culture e religioni: al centro pone la formazione di una
coscienza collettiva globale, che riunisca popoli diversi su valori universali
perché solo nell’incontro può nascere la pace.
Nella storia si è passati dalle dichiarazioni sui diritti dell’uomo come individuo alla
necessità, oggi, di parlare dei diritti
dei popoli, anzi, ancora di più, di diritto
dell’umanità alla pace.
Dall’individualismo
all’universalità. Questo per contrastare le tendenze al conflitto generate
dal fatto che il potere è nelle mani di pochi centri finanziari e politici che manovrano
il mondo anche fuori dal controllo
dell’Onu, oggi particolarmente debole, minato com’è dai nazionalismi.
Il periodo del secondo dopoguerra ha dato vita alle Costituzioni
degli Stati, all’ONU, alla Dichiarazione dei diritti dell’uomo: la sofferenza
dei popoli devastati dalle immani stragi della guerra ha dato vita a una
volontà di pace senza precedenti nella storia, ma il sangue dei morti non è stato sparso invano se dal riconoscimento
delle sofferenze reciproche sono nate le alleanze e la pace.
“Giustizia e pace
si baceranno” (Salmi, Isaia 85,11)
Settant’ anni di pace hanno dato la possibilità a chi ne ha
goduto di avere una visione del futuro ed arrivare a un benessere mai
conosciuto: in troppi paesi invece, perfino la speranza di vita è talmente
limitata che ci può essere solo paura, mancanza di fiducia e di speranza per
progettare un futuro anche limitato alla soddisfazione di bisogni primari come
la sopravvivenza e la sicurezza.
Albertina Soliani con Aung San Suu Kyi |
Il clima attuale
sembra essere quello di “una Terza Guerra Mondiale a episodi”: occorre
quindi essere pronti e organizzarsi culturalmente per potenziare tutte le
organizzazioni che si occupano di pace. Il potere politico, oggi così poco
credibile, deve recuperare un’etica solida, in grado di arginare le forze,
soprattutto economiche, che stanno dietro ai conflitti. La pace si può attuare
nel concreto se le religioni si riconoscono reciprocamente, rispettando le
diversità e individuando le convergenze, così come indicato da papa Francesco che
sta procedendo nel suo lavoro a favore del dialogo interreligioso e del
richiamo a una vita più sobria, meno legata al denaro e ai beni materiali, che
creano povertà spirituale, corruzione, disuguaglianza.
Creare un mondo di
pace è un diritto che deriva anche da un dovere e dalla responsabilità che ha
ognuno di noi, partendo da sé per allargarsi al mondo. Perché
“Ogni persona,
ogni singolo gesto di ogni singola persona anche quello minuscolo, è come un
granello di sabbia” (Aung San Suu Kyi)
Quindi un diritto esiste solo se c’è chi si prende la
responsabilità di metterlo in atto: l’integrazione comporta pluralità di
decisioni e di azioni. Nell’antichità e nel medioevo veniva affermato il Diritto di Natura e il Diritto Positivo, (le leggi create
dall’uomo); la Magna Charta Carta
Libertatum rilasciata da re Giovanni d’Inghilterra (1215) sanciva i diritti dei baroni inglesi, mentre
in età moderna si parlò dei diritti innati degli individui (quindi soggettivi)
che portarono alla Dichiarazione
d’Indipendenza degli Stati Uniti d'America
(1776) e alla Dichiarazione dei diritti
dell’uomo e del cittadino (1789) durante la Rivoluzione Francese base per
la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo
del 1948 redatta dall’ONU che sancisce i
diritti individuali, civili, politici,
economici, sociali, culturali di ogni persona.
I dati che seguono sono concessi da Riccardo Facchini di Amnesty International.
Diritti civili e politici – alla vita, alla libertà di coscienza di pensiero, di religione e di
movimento, al voto, alla rappresentanza sindacale, all’assemblea, a non subire
torture e trattamenti inumani, alla difesa delle culture e delle minoranze
etniche, a processi equi, alla protezione da parte dello Stato.
Diritti sociali economici e culturali - alla sicurezza alla salute
fisica e mentale, al cibo, a un alloggio adeguato, a un lavoro a condizioni
giuste e favorevoli, all’istruzione, al vestiario, a una vita dignitosa, alla
vita culturale e a godere i benefici del progresso scientifico-.
Ricordo che nel 2000 centonovantun paesi dell’ONU hanno
sottoscritto i Millennium Goals,
otto obiettivi da raggiungere per il 2015: sradicare la povertà estrema e la
fame, rendere universale l'istruzione primaria, promuovere la parità dei sessi
e l'autonomia delle donne, ridurre la mortalità infantile, migliorare la salute
materna, combattere l'HIV/AIDS, la malaria e altre malattie, garantire la
sostenibilità ambientale, sviluppare un partenariato mondiale per lo sviluppo.
I diritti sociali
economici e culturali implicano l’eliminazione della povertà estrema: però
siamo ancora lontani dal raggiungere questi obiettivo. I governi degli Stati
hanno il dovere di agire e procurare strumenti per rispettare i diritti,
proteggere i cittadini e realizzare gli obiettivi. Con lo sviluppo di Cina, India e sudest
asiatico dopo gli anni ’90 si è invertito il trend negativo degli anni
precedenti e la povertà estrema si è dimezzata, la mortalità infantile nel 2013
rispetto al 1990 è diminuita del 40%, 209 milioni di persone in meno soffrono
la fame, 63 Paesi in via di sviluppo
hanno già raggiunto l’obiettivo di sviluppo del millennio di dimezzare la percentuale di persone sottonutrite, il
numero dei bambini esclusi dall’istruzione si è ridotto del 40%, si è dato
accesso a servizi igienici a più 1,9 miliardi di persone.
Ma restano ancora dati agghiaccianti: ogni anno
contro il diritto al
cibo – 800 milioni di persone sono in uno stato di denutrizione cronica
(con picchi in Asia -2/3 – e Africa subsahariana), di questi 100 milioni sono
bambini, 3,1 milioni di bambini sotto i 5 anni muoiono ogni anno per fame
contro il diritto a
un alloggio adeguato – 1 miliardo di persone abitano in alloggi precari (slum/baraccopoli/bidonville/favelas
, il 50% del totale abitanti di Asia, Africa, America latina e si calcola che
nel 2050 il numero raddoppierà), nel 2013 c’è stato un picco mai registrato di
51,2 milioni di profughi interni ed esterni. Perfino in italia si verificano
sgomberi forzati di chi non ha il diritto a vivere in un posto, come i rom.
contro il diritto
alla salute – 11 milioni di bambini muoiono entro i 5 anni per malattie
curabili (1 ogni 5 secondi), 125 milioni di donne subiscono mutilazioni
genitali,ogni 1,5 minuti muore una donna di parto o complicazione di
gravidanza, metà dei paesi del mondo non ha accesso a farmaci e a cure
adeguate, 1/3 della popolazione mondiale non ha accesso ai servizi igienici e
all’acqua potabile.
contro il diritto al
lavoro – 250 milioni di bambini sono costretti a lavorare, 10 milioni sono
schiavi o pesantemente sfruttati, 30 milioni di uomini sono in condizione di
schiavitù, il numero di disoccupati nel mondo ha raggiunto il picco di 202
milioni nel 2013, i diritti sindacali non sono garantiti oppure sono violati
sistematicamente o frequentemente
in 95 Paesi, tra cui Cina, USA e UK
Contro il diritto
all’istruzione – 57 milioni di bambini sono senza istruzione, il 50% dei bambini
esclusi dall’istruzione o che abbandonano la scuola vive nell’Africa sub
sahariana,il 37% degli adulti analfabeti è concentrato in India, dove 287
milioni di persone non sanno né leggere né scrivere.
Nascosti dietro i conflitti si celano da sempre problemi
economici: se da una parte le grandi imprese (soprattutto estrattive,
alimentari, tessili) garantiscono creazione di posti di lavoro, sviluppo
economico, aumento delle entrate dello Stato e importazione di tecnologie
d’avanguardia, dall’altro lato mettono in pericolo la salvaguardia dei diritti
umani per le violazioni del diritto al lavoro, l’inquinamento e la distruzione
del patrimonio ambientale, il sostegno a governi corrotti e l’aumentano di
conflittualità e guerre.
Carlo Chierico,
presidente dell’UPF di Monza, Universal Peace Federation, ong fortemente
impegnata in tutto il mondo (è presente in 170 paesi) a diffondere la cultura
della pace ha parlato dei percorsi di integrazione presenti sul territorio
monzese, riportando per prima cosa le intense parole di Don Luigi Ciotti, presidente di LIBERA.
I relatori: a destra l'assessore Francesca Dell'Aquila, al centro la sen. Albertina Soliani, Giuseppe Malpeli e Carlo Chierico a sinistra il prof Giuseppe Masera |
“L’integrazione è la
vera scommessa del nostro tempo. Un tempo di diritti negati e disuguaglianze,
tempo dell’io e non del “noi”. Per
garantire la pace occorre che le istituzioni per prime, ma anche ognuno di noi
si prenda la responsabilità di attuare l’integrazione di tutte le persone che
vivono nella società, così che tutti possano disporre delle stesse possibilità
di soddisfare i loro bisogni fondamentali
fruendo dei servizi sociali
indispensabili per il loro sviluppo autonomo. Questo è possibile
lavorando prima di tutto a livello culturale per eliminare pregiudizi e discriminazione,
nel rispetto reciproco: è un’esigenza fondamentale dei nostri tempi, ora che la
crisi economica, ma anche sociale, politica ed etica, ha portato immensi flussi
di migranti che hanno trasformato e arricchito, la nostra società, seminando
però la paura del diverso nelle menti meno aperte al confronto e al cambiamento.
Non si può dimenticare che il prezzo pagato per fuggire
dalle guerre dalla povertà è stato altissimo. Nel Mediterraneo, nel 2014, ci
sono state 3419 vittime, un numero tre volte maggiore del 2011, l’anno delle
“primavere arabe”.
“La vita è diversità
che si afferma e rinnova attraverso lo scambio, l’incontro, la contaminazione.
Le grandi culture nascono sempre dall’intreccio di relazioni, sono un “noi”
dentro il quale le identità più diverse hanno trovato collocazione, dignità,
riconoscimento. Integrandosi, appunto” .
Una politica credibile, volta davvero al bene comune, unita
alla partecipazione attiva e responsabile dei cittadini può portare a grandi risultati: sul territorio sono presenti associazioni che
realizzano nel concreto gli ideali di fratellanza, uguaglianza, integrazione,
seminando una cultura di pace nel terreno della società, sostenendo nel
concreto i più deboli , emarginati, ex detenuti, persone materialmente povere e
altre povere “dentro”, segnate da fragilità esistenziali, incapaci di trovare
un senso alla propria vita.
“Solo così
l’integrazione è la chiave per costruire un mondo più umano e più giusto. Un
mondo dove la legalità e la prossimità, le regole e l’accoglienza non siano
dimensioni alternative ma complementari, facce di una medesima medaglia
chiamata democrazia”.
Coordinamento Libera Monza Brianza - mb@libera.it; www.liberamb.org Pagina
facebook: Libera Monza Brianza
Laura Morasso e Carlo Chierico |
Con grande passione Carlo Chierico ha poi descritto alcune
iniziative dell’UPF, presente sul territorio monzese da dieci anni: i tornei
interreligiosi di calcio e pallavolo
femminile, dove in squadra coesistono persone di diverse etnie unite nel
divertimento e nella fratellanza, perché “lo
sport è metafora della vita e il pallone un microcosmo” (www.trofeodellapace.org). Insieme ad altre associazioni e con la
collaborazione del Comune di Monza, ha promosso il 20 settembre 2014 il convegno nazionale “Educazione alla Pace”, con
una veglia interreligiosa di preghiera
per la pace nel mondo; al sindaco di Monza, Roberto Scanagatti, ha lanciato
la proposta di far diventare “Monza
Capitale della Pace”. Il prossimo appuntamento dell’UPF sarà il 31 gennaio
un seminario di formazione insieme con gli Ambasciatori di Pace.
Un’altra realtà importante presente sul territorio è la Casa delle Culture a Monza come ha
spiegato Laura Morasso, Consigliere
comunale di Monza. Un progetto che promuove la coesione sociale e
l'integrazione, valorizzando, attraverso il confronto e lo scambio, le diverse
identità e culture presenti sul territorio. E’ intesa non come un luogo fisico,
bensì come l'intera città con i suoi centri di vita nei diversi quartieri, dove
promuovere iniziative che favoriscano il confronto interculturale; vuole
sviluppare un'idea di Casa che accomuni tutti e vuole sollecitare l'idea dell'appartenenza
a una comune umanità. Gli eventi sostenuti dalla Casa delle Culture si
ispireranno ogni anno ad un tema, nel 2014 il viaggio e l’approdo, mentre nel
maggio 2015, con EXPO, si cercherà di conciliare il tema dell'alimentazione con
i valori e gli obiettivi della Casa.
Il prof. Giuseppe Masera,
docente di Pediatria all’Università Milano-Bicocca, specializzato nella cura
dei tumori infantili, ha riportato
l’esperienza del gemellaggio tra l’ospedale San Gerardo di Monza e "La Mascota", il centro di
emato-oncologia dell'ospedale infantile di Managua, la capitale nicaraguense.
Si
chiama MISPHO (Monza International School of Hemato-Oncology)
la scuola internazionale di Monza per la cura delle leucemie acute, di altri
tumori e delle malattie non tumorali del sangue, come l'emofilia, che
colpiscono i bambini: un progetto di cooperazione internazionale
mediante la formazione dei medici, per
trasferire in 14 paesi dell’America Latina, centrale e meridionale,
l'esperienza accumulata nei nostri paesi più sviluppati. Sono
già 1.700 i bambini-ragazzi affetti da leucemia o tumori trattati con successo
e la percentuale di guarigione, nel Centro America, supera il 60 per cento,
quando all’inizio del progetto negli anni Ottanta non c’era nessuna speranza di
vita e di guarigione.
MISPHO e Comitato Letizia Varga http://www.comitatomarialetiziaverga.it/
Giuseppe Malpeli |
Il prof. Giuseppe
Malpeli, docente di Scienze della Formazione all’Università di Reggio
Emilia, presidente dell’ Associazione
per l’ Amicizia Italia-Birmania ha esposto i problemi di un paese come la
Birmania-Myanmar che, se formalmente è uscito dalla dittatura, in realtà non si
è ancora affrancatodalle reiterate violazioni dei diritti, della libertà e dalla
“paura del potere” come dice la
leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi,
dal 2012 arrivata in parlamento dopo lunghissimi anni di carcere e di arresti
domiciliari a causa della sua lotta non violenta per i diritti umani e la pace.
La Birmania, con 138 etnie diverse alla ricerca di una difficile integrazione,
è alla vigilia di nuove elezioni nel 2015: ascoltare la sua storia fa
riflettere sul nostro modo di dare per scontati valori come la libertà, la
democrazia, i diritti umani che in altri paesi, troppi, sono tuttora
conquistati solo a carissimo prezzo, con guerre, lacrime e sangue.
Associazione per l’ Amicizia Italia-Birmania - www.amiciziaitaliabirmania.it ; info@amiciziaitaliabirmania.it
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