Un libro, del 2018, di una scrittrice sarda dalla scrittura affascinante, con un lessico ricco di elementi immaginifici che stimola la fantasia del lettore, suscitando emozioni.
Le descrizioni degli ambienti e dei paesaggi sono veramente coinvolgenti, il racconto del riscatto di Dolores dalla miseria e di lavori particolari lontani nel tempo – i corallari e i raccoglitori di guano – che appartengono alla storia sociale della Sardegna sono molto interessanti.
La storia d’amore e morte, di odio e di vendetta, come quella eterna di Giulietta e Romeo, è forse poco originale, ma riscattata dall’ambientazione particolare.Anche i personaggi sono ben raccontati, sia quelli che suscitano simpatia come Regina e Achille, sia quelli detestabili, come Fortunato e Dolores, accecati dal rancore e dal desiderio di vendetta. Soprattutto Dolores, nella sua rivincita contro la sorte avversa, passa dall’essere compatita per la miseria e la disperazione ad essere onorata per il suo successo: donna forte, spietata, dura come una roccia dell’arida terra sarda.
Il romanzo comincia nel 1919, nel paese di Borutta all’interno e sulla riva nordovest dell’isola e termina nel 1931. Dolores, spigolatrice, madre di otto figli, rimane vedova e chiede aiuto a un cugino del marito, il corallaro Fortunato Derosas. Le due famiglie sono nemiche per un antico oltraggio e Dolores viene cacciata in malo modo: comincia così la sua ossessione di vendetta.
La famiglia viene salvata dalla miseria estrema con il ritrovamento di una grotta, dove una moltitudine di pipistrelli ha deposto nel tempo uno strato enorme di guano, concime prezioso per l’agricoltura. In due anni Dolores si ritrova ricca imprenditrice e possidente di terreni fertili, mentre al contrario Fortunato subisce la crisi del corallo, dopo che i fondali sono stati depredati per secoli. Solo Regina, la giovanissima figlia illegittima lo salva dalla rovina: come una vera creatura del mare è capace di sentire e vedere i nuovi banchi di corallo con un intuito che forse ha ereditato dalla madre, una corallara di Torre del Greco. Rosa dal desiderio di vendetta, Dolores dà ordine a un servitore, che rifiuta, e poi al figlio Achille di violentare Regina per distruggere la famiglia nemica. Achille invece resta ammaliato dalla ragazza con cui intreccia una delicata storia d’amore. Finirà come tante volte nella storia e nei romanzi: Achille muore, Regina fugge incinta e diventa un’abilissima intagliatrice di coralli.
Racconto il finale, prevedibile, come ho già detto, perché non è tanto la trama a fare di questo romanzo un piacevole intrattenimento, quanto il modo in cui è scritto, che conferma Vanessa Roggeri una narratrice di storie d’amore appassionate con il pregio di uno stile di alta qualità narrativa, spesso carente nel genere romance.
Vanessa Roggeri è nata e cresciuta a Cagliari, dove si è laureata in Relazioni Internazionali. Ha pubblicato Il cuore selvatico del ginepro (2013), Fiore di fulmine (2015) e La cercatrice di corallo (2018), Il battito dei ricordi (2021) con cui ha vinto il Premio Letterario Grazia Deledda e il Premio Alghero Donna. È editorialista per “La Nuova Sardegna”.
“La cercatrice di corallo”
di Vanessa Roggeri
genere: romanzo
pagine: 324
Editore: Rizzoli, 2018
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