Dopo il grande successo del romanzo noir “Il Banchiere di Milano”, Fratelli Frilli Editori, torna in libreria tutto lo sprezzante cinismo del personaggio di Raoul Sforza, nato dall’abile penna di Ippolito Edmondo Ferrario.
Raul Sforza è conosciuto nel
mondo dell’alta finanza non solo per la sua abilità nel districarsi nelle
situazioni più complesse e ingarbugliate e realizzare così guadagni, non sempre
leciti (ma di sicuro profitto) ma, soprattutto,
per i suoi modi irritanti e meschini nel trattare l’essere umano con disprezzo
(raramente incontra qualcuno degno della sua stima) e nel scovare e utilizzare
tutti gli scheletri racchiusi negli armadi dei suoi avversari (o uomini di
Stato) per servirsene a proprio piacimento attraverso il ricatto. Ma la sua vita
è tutt’altro che mondana. Lontano dai riflettori, si divide tra la sua antica
dimora milanese, nel cuore di Brera, e l’amata Bonassola, in Liguria.
La vita del banchiere è stata
caratterizzata da tragedie mai superate che lo hanno portato a celare dentro di
sé diversi lati oscuri e mai risolti. A richiamarlo verso il passato una
vecchia conoscenza che lo lega proprio ai suoi legami più intimi e ai suo
ricordi più lontani: l’ex maresciallo dei Carabinieri Carmine Russo, tramite
una missiva sbrigativa e scevra di dettagli. Nel messaggio solo la richiesta di
un incontro e un indirizzo dove trovarlo. Nessun commento, spiegazione e
nemmeno un numero telefonico per potergli parlare. Inizia così il viaggio dello
Sforza insieme al suo fedele, quanto scontroso, autista Amedeo, tra le strade
impervie dell’entroterra ligure, in particolare nella zona di Bargagli.
Il ritrovamento del cadavere
martoriato dell’ex maresciallo Russo e l’inaspettata conoscenza di uno
spiantato giornalista di cronaca locale, Diego Casazza, lo trascineranno in un’
indagine del tutto personale che porteranno il banchiere a occuparsi dei
misteriosi delitti attribuiti al “Mostro di Bargagli” che, dal 1945, terrorizza
gli abitanti della zona che comprende il borgo dell’alta Val Bisagno
dell’entroterra genovese e che mai ha trovato soluzione.
“Il banchiere nero”, da tempo indifferente a ogni tipo di morale e dotato di un innato cinismo, riuscirà, grazie anche a metodi del tutto personali, a far emergere la verità all’interno di una comunità che da oltre 50 anni ha vissuto di omertà e di silenzi. Verità scomode e inconfessabili che si intrecciano con il suo passato e che, dopo tanto tempo, troveranno le risposte.
di Ippolito Edmondo Ferrario
genere: giallo
Editore Fratelli Frilli
Pagine: 368
Nato
a Milano nel 1976, Ippolito Edmondo Ferrario è autore di numerosi saggi e romanzi.
Tra le sue pubblicazioni più recenti ricordiamo le edizioni 2018, 2015 e 2013
di “Alla scoperta di Milano sotterranea” (con Gianluca Padovan, Newton Compton
Editori). Per Fratelli Frilli Editori ha pubblicato “Il pietrificatore di
Triora” (2006); “Triora, il paese delle streghe”; “Storia, itinerari,
curiosità, gastronomia” (con Elisabetta Colombo, 2007); “Il collezionista di
Apricale” (2007); “Le notti gotiche di Triora” (2009); “L’Antiquario di Brera”
(2015); “Il demone di Brera” (2016) e “Ultimo Tango a Milano” (2018); La
Gorgone di Milano (con Gianluca Padovan - 2019)
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