Facile trovare in ogni essere umano una debolezza, quel Cavallo di Troia che apre le porte al nemico, la crepa...
recensione di Tiziana Viganò
già pubblicata su Milano Nera
Una donna uccisa: un commissario di polizia, un uomo e sua
moglie raccontano i fatti in prima persona.
Cambiano le sequenze, i punti di vista, le emozioni: tre i capitoli
per gli antefatti, un altro giro di tre per la conclusione.
Tre le palle di bronzo di un Joker, scultura macchiata di
sangue.
Non un romanzo a
staffetta, ma tre le voci diverse che raccontano una stessa storia, ognuno
con il suo stile inconfondibile che si collega perfettamente agli altri.
Il puzzle si compone pagina dopo pagina, magistralmente
ordinato da scrittori italiani d’eccellenza, Cristina Cassar Scalia, Giancarlo De Cataldo, Maurizio De Giovanni.
Lavorando sulla psicologia, scavano a fondo nell’anima dei protagonisti e della
vittima, regalandoci figure scolpite nei dettagli, nelle pieghe dell’anima: raccontano
storie di vita, di scalata al successo e di caduta.
Sotto traccia, gli indizi chiariscono pian piano il loro
significato, ma l’intreccio sapiente, la struttura insolita e soprattutto il
progressivo districarsi dei sentimenti tengono il lettore aggrappato alle
pagine del noir dei tre maestri della narrativa italiana.
Giada Colonna è
la vittima, giovane bellissima, dal fascino travolgente, colta, esperta d’arte.
Dietro il suo cadavere il commissario fissa l’attenzione sul quadro trompe l’oil di un artista moderno, che
ha dipinto la “Piccola Fiammiferaia”
della fiaba con il viso di Giada: gli occhi gelidi, rapaci, di una bambina
cattiva, di un’arrivista senza scrupoli. “Lei
non era come sembrava...Era avida calcolatrice. Un’autentica bastarda.” Non
è certo la bimba ingenua della fiaba di Andersen, che spreca sue potenzialità e
sceglie le fantasie piuttosto che la realtà... e muore ugualmente.
Questa è una fiaba
perversa.
Il commissario Brandi
racconta il suo punto di vista grazie alla voce di Giancarlo De Cataldo: è uno sbirro vecchia scuola, capace e
ambizioso, che dà importanza alle sue intuizioni più che alla fredda
razionalità, punta all’analisi di passioni, interessi, dolori e miserie umane, dalla
cui distorsione nascono i moventi degli omicidi.
Questa è un’indagine rognosa
per il nome altisonante del personaggio coinvolto, Marco Valerio Guerra, immaginato da Maurizio De Giovanni. È un anziano faccendiere astuto e senza
scrupoli, uno squalo, borioso, narcisista e manipolatore: figlio di nobili
senza un soldo, scala il successo finanziario sposando la figlia del “re dei
cessi”, ricchissimo imprenditore che ha saturato di sanitari le case della Roma
palazzinara.
Anna Carla Guerra,
la moglie, cui dà vita Cristina Cassar
Scalia, è abituata a un marito collezionista di donne, cornuta consenziente
in un’alta società ipocrita: interessata soprattutto a tenere stretto lo status
sociale che ha raggiunto, non vuole turbare gli equilibri e rimane sbalordita
dalla confessione del marito che si è autoaccusato dell’omicidio.
Facile trovare in ogni essere umano una debolezza, quel
Cavallo di Troia che apre le porte al nemico, la crepa di cui Guerra
per primo si era servito contro gli altri: lui è il Demiurgo, colui che
realizza sempre ciò che vuole, manipolatore e arbitro dei destini umani, fino
all’ultimo.
“Qui non si parla di
emozioni. Qui si parla di crepe... mi trovavo di fronte alla mia crepa, la
lesione che avevo impudentemente pensato di non avere, e che invece era lì,
pronta ad allargarsi. Il problema delle crepe però, è che ci passa la luce. E
io da quella luce diventai subito dipendente.”
Che dire di più? Un romanzo imperdibile!
Tre passi per un
delitto
Autori: Cristina
Cassar Scalia, Giancarlo De Cataldo, Maurizio De Giovanni
Editore: Einaudi, 2020
Pagine: 200
Nessun commento:
Posta un commento