domenica 26 luglio 2020

NUMERO VENTICINQUE "Non è come sembra" di Massimo Tivoli. Miniracconto per "Il vizio di scrivere - un giallo in venti righe"


per "Il vizio di scrivere - un giallo in venti righe" Massimo Tivoli ci racconta una storia di violenza di coppia  "Non è come sembra" 

Mi guardi con gli occhi sgranati, sei patetico in quell’espressione di sorpresa raggelata. Ma che ti aspettavi? Mi fissi, noncurante dei cocci di piatti sul pavimento, delle sedie ribaltate, del tavolo sbilenco dopo che gli hai incrinato una gamba con un calcio. Un calcio diretto a me. Guarda che casino hai fatto mentre cercavi di acciuffarmi, claudicante e con le braccia in avanti. Sembravi uno zombie.
Mi hai graffiata, dato un pugno, buttata a terra, schiacciata con il tuo peso. Sono sicura che volevi uccidermi. Te l’ho letto nello sguardo, nel modo in cui cercavi di afferrarmi scalpitando come un ossesso.
Una volta mi amavi. Io e te siamo eterni, dicevi. Il tempo non ci consumerà, continuavi a dirmi. Eppure sono sicura che se avessi potuto bruciarmi fino a farmi diventare un cumulo di cenere lo avresti fatto. Ti ricordi? Forse un mese fa ci hai pure provato. Un mozzicone di sigaretta nella pattumiera, un mozzicone ancora fumante. Patetico e banale come sempre. Ti sei giustificato dicendomi che non l’avevi fatto apposta, che era stato un incidente. Patetico e banale e vigliacco.
La notte, a letto, mi costringevo ad amarti quando ormai l’unica cosa che ci teneva insieme era il mio odio. E la tua paura.  
Che illusa: ho sempre pensato che tutto sarebbe andato come desideravo. Ma dovevo aspettarmelo: tra noi, non c’è mai stata una sintonia. Se io volevo una determinata cosa, tu volevi l’esatto contrario. Come poco fa. Io, disposta a porre fine a questa agonia, a sotterrare ogni contrasto tra noi. E tu... tu che ti agitavi come un pazzo, cercando di ferirmi, di farmi male. 
Tu, che nonostante il coltello nello stomaco, non volevi proprio morire.

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