Un giallo che toglie il fiato, miti mediterranei millenari legati al femminile, e storie di stregoneria in un libro di altissima qualità letteraria
Recensione di Tiziana Viganò già pubblicata sul portale MilanoNera
Teresa Battaglia
ha vissuto da guerriera, proprio come dice il suo cognome: ora è commissario di
polizia e profiler, ha sessant’anni, ma la mente sta abbandonandola piano piano,
divorata dal morbo di Alzheimer. Un segreto vergognoso per lei, da sempre in
trincea per combattere il Male che si annida nell’essere umano, che spesso di
umano ha solo il nome, ma che nasconde anche, dietro la ferocia, traumi
terribili irrisolti. Determinata, intuitiva, empatica, piena di forza vitale,
ma anche ruvida, mordace e spesso odiosa, ora sembra consumata dalla malattia,
quella inconfessabile e quella nota, il diabete, e si aggrappa a un taccuino che
ha sempre in mano, dove prende frenetici appunti, compulsivamente.
E’ a capo di una squadra affiatata, in una città di
provincia del Friuli, dove è
arrivato anche il suo vice, ispettore Massimo Marini, un trentenne con l’anima
straziata da un’angoscia antica che rischia di distruggerlo e dalle difficoltà
di un rapporto attuale che non sa come risolvere.
Due personaggi
dall’umanità tormentata accomunati dai loro dolorosi segreti, Teresa e Massimo,
che con le loro debolezze mascherate dietro la durezza del loro lavoro di
investigatori balzano vivi dalle pagine del libro.
C’è un disegno vecchio di molti anni, datato 20 aprile 1945,
senza firma “era l’eredità di un enigma,
un richiamo dal passato a non tradire la memoria”: un ritratto di donna
giovane, una Ninfa dormiente, rossa di passione e di amore, ma anche di
sangue. Già, perché le analisi dicono che è stata disegnata con il sangue di un
cuore umano, intingendo le dita in quel cuore... E’ stata trovata tra le carte
di una soffitta dal nipote del pittore Alessio Andrian: un uomo che dopo solo
undici opere – tutte dipinte tra un’incursione e l’altra dei tedeschi che
imperversavano contro i partigiani della
Brigata Garibaldi - smise improvvisamente di dipingere, impazzì e si chiuse
in un totale mutismo, in una totale paralisi, in uno stato vegetale che dura da
settant’anni, proprio dalla data della sua ultima opera.
“Nonostante la violenza dell’atto, Teresa non riusciva a vedere in
tutto ciò una furia omicida. Vi scorgeva, invece, una passione spinta
all’estremo, là dove danza la pazzia”.
Ilaria Tuti narra
questa storia d’amore e morte che ha
valenze mitologiche e un respiro
epico. Come il violino del “Trillo del diavolo” di G. Tartini, colonna sonora che risuona
tra le pagine, la sua scrittura è drammatica, incalzante, sale in tormento e in
velocità con il progredire delle indagini, fino a un crescendo d’intensità che
sconvolge, fino al delirio che si placa nella conclusione, dove finalmente il
cerchio della storia si chiude e dove gli spiriti senza pace dei morti e dei
vivi possono finalmente trovare requie...
Antiche leggende,
riti magici e culti millenari stendono il loro misterioso influsso su
uomini, donne e Natura della Valle Resia,
uno splendido luogo di confine tra Italia e Slovenia, ma anche una zona chiusa
alle influenze esterne che vive delle tradizioni di un popolo che viene da
lontano, con abitudini e lingua diverse dal resto della regione Friuli. Una Natura protagonista invade la
narrazione con la sua potenza e la sua incommensurabile bellezza, ma anche
con i lati oscuri e paurosi: Ilaria Tuti
sa immergere il lettore nelle foreste e nelle acque, nella Terra e nell’aria,
nelle rocce che assistono immutabili alle miserie umane.
Non solo un thriller ad alta tensione questo libro
affascinante, che mescola la Storia degli
anni della seconda guerra mondiale con il racconto antropologico dei resiani, con miti mediterranei millenari legati
al femminile, con storie di
stregoneria.
Dopo il meritato successo del romanzo d’esordio “Fiori sopra l’inferno” (Longanesi, 2018) questa scrittrice dal grandissimo talento si conferma per la profondità psicologica nel delineare i personaggi, per la capacità di tessere storie piene di suspence, ma anche di informazioni interessanti, per la sensibilità femminile che la distingue dai tanti scrittori del genere, per il grande amore per la Natura selvaggia e incontaminata. Attendiamo presto il prossimo libro!
la Val Resia |
Nessun commento:
Posta un commento