martedì 19 novembre 2019

“Finché Morte” di Maria Antonietta Maccioccu e Donatella Moreschi. Recensione di Tiziana Viganò

un libro che si legge con leggerezza perchè le autrici sanno coniugare con una notevole capacità narrativa l’omicidio e la trama gialla con la psicologia dei personaggi e gli argomenti d’attualità.

recensione di Tiziana Viganò


“Finché Morte” è la terza avventura gialla della coppia di scrittrici Maria Antonietta Maccioccu e Donatella Moreschi, ambientata nella splendida Lerici, ai margini delle Cinque Terre. Come nei precedenti “Al momento opportuno” e “Con le migliori intenzioni” è un libro che si legge con leggerezza perchè le autrici sanno coniugare con una notevole capacità narrativa l’omicidio e la trama gialla con la psicologia dei personaggi e gli argomenti d’attualità. Un tema che qui emerge è quello di una società votata all’apparenza e alla superficialità, all’omologazione, alla rincorsa a soldi e cose materiali che non danno felicità.
La bellezza del paesaggio entra nella narrazione, ogni elemento naturale prende vita e diventa importante, ravviva e rasserena la storia di delitti e di problemi psicologici e relazionali dei protagonisti. Il maresciallo Zani è un uomo bello e seducente, che ama tutto ciò che è bello: fin dall’infanzia ha usato

“la bellezza come antidoto contro l’ansia e il dolore. Era stato suo padre, professore di liceo, a insegnargli l’abbraccio dell’arte e della natura per consolarsi dalle ferite impietose della vita...”

Un suo sogno nel cassetto è quello di entrare nel entrare a far parte del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Artistico e Culturale dopo aver sbaragliato bande di criminali esperti nei furti di opere d’arte. Chissà se sarà l’indagine in corso quella giusta? il suo lavoro lo porta a essere spesso assente e lontano con il corpo e con la mente, ma ha trovato nella sua fidanzata Tullia la donna che lo rassicura e lo sostiene e gli è sempre vicina, nonostante qualche incertezza, che lo lascia libero senza troppe pretese o richieste fuori luogo. Zani si chiede se non sia venuto il momento di impegnarsi in una convivenza, di dare una svolta importante al loro rapporto: lei è una pittrice, una donna famosa, di successo, più ricca di lui, ma di sicuro entrambi lavorano per ottimizzare la loro relazione e darle uno sbocco.
Per Tullia Renzi i dipinti sono la medicina per curare il dolore per una madre narcisista, e in questa vicenda imperversa più del solito, che le ha trasmesso un senso di inadeguatezza, la paura di vivere e confrontarsi con il mondo: così affronta le esperienze, anche quelle terribili che proprio a Lerici l’avevano coinvolta, le rappresenta su tela in modo iperrealistico, portando fuori di sé l’angoscia, osservandola dall’esterno nella sua cruda realtà.

E c’è il morto, Matteo Guerra: un colpo di pistola ha messo fine alla sua carriera di tomboeur del femme proprio alla vigilia del suo matrimonio, lasciandogli sulla faccia un’espressione di puro stupore... Poteva essere la punizione per qualcosa che ha commesso, una vendetta, oppure per impedirgli di fare qualcosa, il matrimonio? Troppi soldi giravano nelle sue tasche, un tenore di vita altissimo: una ex gelosa? soci in affari sporchi? forse perfino la mafia che allunga i suoi tentacoli anche nelle apparenti più tranquille province italiane...Zani è confuso dall’intreccio di troppi indizi, ma troverà come sempre il bandolo della matassa.

Consiglio di leggere l’intera trilogia per godersi momenti piacevoli che alternano suspense a narrazione intelligente e curata; consiglio anche di Maria Antonietta Macciocu il bellissimo"Tango rosso" di cui trovate recensione su questo blog

sinossi
A Lerici, nella luminosità del Golfo dei Poeti, gli invitati a un matrimonio attendono lo sposo. Ma Matteo Guerra non arriverà mai. Il suo corpo viene trovato in albergo, ucciso da un colpo di pistola. A indagare è di nuovo il capitano Niccolò Zani con la sua squadra più compatta del solito, poiché il morto è il chiacchierato nipote della marescialla Stella, la collaboratrice più stretta del capitano. Le indagini coinvolgono sia la vita privata sia quella professionale del morto: sarà questione di donne o di traffici illeciti, vista l'intensa attività amatoria e l'ingiustificato tenore di vita del Guerra. Successivi delitti spingono ad indagare nel mondo dello spaccio e in quello dei furti e del contrabbando d'arte, tra le disordinate periferie e la malinconia delle case popolari di La Spezia, dove da tempo è approdata la mafia. Come al solito il capitano deve vedersela anche con la sua vita privata, con l'invadenza della madre della fidanzata Tullia, con il matrimonio della sua ex moglie, e con Tullia stessa. Per Zani trovare l'assassino e fare chiarezza sul privato saranno una sfida con se stesso, svelandogli una parte inconfessata di sé.

“Finché Morte”
di Maria Antonietta Maccioccu e Donatella Moreschi
genere: giallo
editore: 2019, Golem
pagine: 196

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