giovedì 10 gennaio 2019

“Cartoline dalla fine del mondo” di Paolo Roversi. Recensione di Tiziana Viganò

già pubblicata su Milano Nera


Un Mamba Nero, il micidiale serpente dei sette passi striscia per Milano, si nasconde in luoghi dove sono conservate la Bellezza e il Genio umano in una delle più altre espressioni, Leonardo da Vinci. Colpisce mortalmente e si dilegua per ricomparire, veloce e inafferrabile, senza lasciare tracce, neppure il sangue delle quattro vittime, avvelenate dalla neurotossina letale in una scenografia spettacolare. Sette passi per morire.
Piano piano il mistero comincerà a svelarsi, grazie alle capacità di un personaggio famigliare ai lettori di Paolo Roversi.

Enrico Radeschi era sparito da Milano e dall’Italia nel 2009, anzi, si era disconnesso dal mondo con un elaborato e ingegnoso piano e l’aiuto della malavita, perché inseguito da un assassino che voleva vendetta: ma è difficile dissolversi se Loris Sebastiani, capo della squadra Mobile milanese, un bulldog che non molla mai l’osso, ha bisogno delle straordinarie capacità informatiche dell’amico ed è deciso a trovarlo anche in capo al mondo.

Sebastiani è un gran personaggio, poliziotto elegantissimo, firmato dalla testa ai piedi anche sulla scena dei crimini, dove si presenta con la Range Rover e il Toscanello da passare da una parte all’altra della bocca e frantumare: un seduttore incallito di esemplari femminili ventenni da consumare in una notte, come un pasto nei ristoranti migliori della città o un bicchiere di vino raffinato.

Cosa si nasconde sotto la misteriosa sigla xt11? E che ruolo ha Leonardo da Vinci in tutto questo? Con l’hashtag #morte in diretta, i video degli omicidi diventano virali: sono necessarie persone specializzate in cybercrime, ed Enrico Radeschi è il consulente ideale della Madama.

Così Enrico ricompare nella sua Milano otto anni dopo la sua sparizione: non ha perso il suo smalto di eccellente giornalista di cronaca nera e di hacker che sguazza nel mondo dei criminali fuori di testa dove (forse) un po’ si proietta; abilmente riesce a penetrare nella psiche dell’assassino e ragionare come lui. Enrico non resiste alla sfida mortale del Mamba e si butta nell’indagine. il suo destino è ineluttabile. Scovare la verità, seguire tracce impossibili, dimostrare di essere il più bravo: il suo destino è ineluttabile. È sempre connesso al pc e al cellulare e corre in velocità, si fa per dire, sul Giallone, la Vespa vintage del 1974. Aiutato dagli amici e rallegrato dal vecchio labrador Buk e da un arzillo cagnetto di nome Rimbaud, è un tombeur de femme de’ noantri ma non se ne preoccupa.
Nerd è anche l’assassino, un black hat - un haker malvagio - indiscutibilmente genio dell’informatica, psicopatico quanto basta per tessere una trama iperbolica per distruggere l’angoscia abbandonica dell’infanzia.

Il Male e la follia si nascondono e proliferano nel web, in quel mare magnum dove tutti trascorrono molto del loro tempo senza capire bene che c’è l’altra faccia oscura, il deep web dove si può trovare tutto ciò che di malvagio si possa immaginare. La rete sa tutto di noi comuni mortali, neanche ci immaginiamo quanto. Ha cambiato il mondo e anche il thriller ormai sempre più si confronta con la nuova realtà.

Un giallo ironico e divertente, ingegnoso nella trama che ci sembra assolutamente reale e possibile, interessante nelle informazioni che svelano alcuni meandri del mondo high tech: una lettura veloce e dinamica che corre a perdifiato verso il finale, impossibile smettere!
Paolo Roversi ci fa entrare nel mondo del portale MilanoNera, una sua creatura di grandissimo successo di cui è direttore, spaziare nelle sue molteplici attività letterarie tutte legate alla letteratura gialla. Ci conduce anche per le vie di una Milano viva e affascinante, .......

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