Questa volta vogliamo parlare di un argomento diverso dal solito che riguarda il Titanic: ovviamente il nostro interlocutore sarà il mitico Claudio Bossi, uno dei maggiori esperti
internazionali sulla vicenda che per lui è più che
una passione, dato che studia la vicenda da trent’anni.
Ha pubblicato il primo libro “Titanic- Storia, leggende e
superstizioni sul tragico primo e ultimo viaggio del gigante dei mari” (Giunti
Editore) un vero best seller da 90.000 copie e da pochi mesi “Gli Enigmi del Titanic” (Enigma Edizioni),
che rivela sconcertanti verità nascoste e si legge come un vero thriller!
Claudio, prima di addentrarci nel tema specifico dell'intervista parlaci di questi misteri....
Il Titanic è sinonimo di catastrofe ma anche, e soprattutto di mistero. Una serie straordinaria e
inquietante di errori umani provocarono la perdita della nave ma soprattutto la
perdita di oltre 1500 vite umane. Ci furono anche tutta una serie di
coincidenze negative che giocarono il loro ruolo nella tragedia, senza
trascurare il fatto che, forse, ci fu ben
altro alla base di talune decisioni. Vi racconto qualche enigma per rifarmi al mio libro: la probabile
sostituzione di navi, il Titanic con la gemella Olympic; un incendio divampato
a bordo; strane inquietudini di un alto ufficiale; del ruolo della Massoneria
nell’ambito dell’inchiesta britannica successiva al disastro, senza trascurare
probabili truffe assicurative e il ruolo giocato dalla finanza internazionale.
E mi limito a questi misteri per non togliere al lettore il gusto di
avvicinarsi al mio libro.
Questa
volta però vorrei intervistarti su un
tema inusuale. Se il Titanic è famoso per la tragedia vorrei invece che tu
mi parlassi d’altro, di cose positive. Su
quella nave era rappresentato tutto il mondo, i vizi e le virtù del genere
umano, vita e amore, coraggio e sacrificio…
Sul Titanic ci furono ferocia e invidia, ma anche umanità ed
eroismo. Come non citare ad esempio i due anziani coniugi Straus: la donna, invitata a salire a bordo di una
scialuppa si rifiutò se non accompagnata dal marito, il quale da buon
cavaliere, aveva ceduto il passo ad altre signore. Mi ricordo anche una coppia
svedese, Gerda ed Edvard: la moglie,
che tra l’altro era incinta del loro primogenito, precipitò negli abissi
oceanici con il marito, e quando, alcuni giorni dopo, recuperarono il suo corpo,
lui stringeva nel suo pugno la fede nuziale della giovane moglie. Ricordo che
le regole di cavalleria decretavano il famoso “prima le donne e i bambini”: un
vero gentiluomo doveva sacrificarsi e lasciare il posto. E come non dire poi di
intere famiglie di terza classe che
preferirono rimanere unite fino alla fine piuttosto che separarsi. E un’altra
storia commovente vide protagonisti una
matura signora americana e il suo cane:
la signora si rifiutò di salire a bordo della scialuppa di salvataggio senza il
suo animale, che, di grossa taglia, non poteva essere accettato: altri
cagnolini invece si salvarono nascosti nelle borse delle padrone. Viceversa veramente
riprovevole fu il comportamento di Sir
Cosmo e Lady Duff Gordon che pagarono l’equipaggio della scialuppa perché
non facesse salire altri superstiti e questo per stare comodi nella barca dove
rimasero dodici persone al posto delle sessantacinque che potevano trovare
posto.
Sono
curiosa: c’erano coppie in viaggio di nozze sulla nave?
Le mie ricerche mi portano ad affermare che quasi sicuramente
sui 1324 passeggeri a bordo del Titanic\ c’erano almeno diciannove coppie in luna di miele, solamente sette coppie di sposi si salvarono. Considerando che
siamo in Italia come non ricordare una coppia di neo sposi (si erano sposati in
febbraio e il Titanic, come saprete certamente, è partito nel mese di aprile),
una luna di miele posticipata. Viaggiavano in seconda classe. Lui era Sebastiano Del Carlo e lei, l’unica
donna italiana a bordo della celebre nave, era Argene Genovesi. Arrivavano da Montecarlo, provincia di Lucca. Il
particolare di rilievo è che la donna, rimasta vedova in quella tragica notte,
era incinta e la figlia che nacque il mese di novembre successivo venne
chiamata Salvata proprio in memoria dei
quell’evento.
Il famoso film
di Cameron raccontava la storia d’amore tra il povero Jack e la ricca Rose, due personaggi
inventati, ma incredibilmente affascinanti, tanto che chiunque pensi al Titanic
ha subito in mente le immagini del film e la sua romantica colonna sonora. Una
storia in prima classe, con personaggi inventati e una ricostruzione della
vicenda davvero indimenticabile. Ma quale fu la realtà di tutti quelli che viaggiavano in terza classe?
Lascio la licenza poetica a Cameron e affermo che la realtà a
bordo della terza classe, se paragonata alle altre navi coeve del Titanic che
trasportavano migranti, fu molto più comoda. Innanzitutto direi degli alloggi:
non più passeggeri assiepati come in carro bestiame, ma sistemati in spartane
cuccette a 4, 6 massimo 8 posti letto. Quindi con un minimo di privacy. Gli
uomini soli avevano la loro sistemazione a prua, cioè davanti, mentre le donne
non sposate avevano le loro cabine dietro, a poppa. Anche se in comune, sul Titanic
c’erano i servizi igienici: molti di questi passeggeri di terza classe
arrivavano da contesti veramente poveri e molti non sapevano neanche cosa fosse
una toilette… E poi come non dire del servizio ristorante. Per la prima volta
su una nave anche ai modesti passeggeri di terza classe era concessa la dignità
di essere serviti a tavola da veri e propri camerieri e potevano godersi menù
mai visti!
Ti
conosco da pochi anni, e ho cominciato a interessarmi alla storia del Titanic
sentendoti parlare alle tue conferenze. Un bel giorno ti ho fatto una domanda… e
ora te la rivolgo di nuovo. C’era qualche storia d’amore particolarmente bella
su quella nave fatale?
Bella, beh vediamo un po’… Potrei dirti della storia che
vide per protagonista un italiano e una giovanissima americana. Sto parlando di
Emilio Portaluppi, un modesto
scalpellino, e di Lady Madeleine Astor, della
famosa famiglia dei proprietari del Waldorf Astoria, l’albergo di New York. Un’altra
storia che vide protagonisti due cittadini americani: lei si chiamava Helen e lui Karl, un affermato tennista,
i due si sono scambiati la promessa di matrimonio a bordo della scialuppa di
salvataggio! Oppure potrei parlare del flirt che vide come protagonisti Roberta, giovane dama di compagnia di
un’aristocratica nobildonna inglese, e
uno sconosciuto marinaio del Titanic. La loro storia ebbe termine quando quest’ultimo,
dopo aver aiutato le due donne a prendere posto sulla scialuppa e vedendo che
la ragazza soffriva particolarmente per i rigori di quella gelida notte, le
offrì la sua giacca d’ordinanza e rimase sulla nave, ma non ce la fece… Last but not least… la storia di Mary Mullin e Denis Lennon, i protagonisti
del tuo ultimo libro, Tiziana, due ragazzi irlandesi che però videro il
loro sogno frantumarsi a causa del fatidico scontro con l’iceberg.
Ecco,
proprio da questa tua ultima risposta è nato il mio libro “L’onda lunga del Titanic”, la storia di una coppia
moderna che si innamora; la donna si trova a dover prendere una decisione
importante e sarà ispirata a scegliere il meglio per sé proprio dalla vicenda
di Mary Mullin, raccontata nel suo diario che per le vie del destino giunge
fino a lei. Una doppia storia d’amore, una struggente e malinconica di
cent’anni fa e una moderna: personaggi ben diversi ma legati tra loro da un
grande amore.
Mary
Mullin e Denis Lennon, che nel mio primo libro “Titanic” edito da Giunti definisco “i
tragici amanti” perché furono vittime della divisione sociale, della
persecuzione da parte dei genitori e del naufragio del Titanic. Mary preferì
morire col suo amore piuttosto che lasciarlo: questa simbolica unione nel
condividere gli ultimi istanti di vita è qualcosa di veramente sublime.
Morire
per amore è la sorte degli eroi romantici della letteratura di tutti i tempi: e
così “L’onda lunga del Titanic” raggiunge i giorni nostri. Grazie
alla precisa documentazione storica che ho potuto studiare sui tuoi libri e
alla tua consulenza diretta il libro ci immerge di nuovo in quell’atmosfera
magica e fatale: una storia intramontabile, che è diventata un simbolo universale,
un mito.
Quella del Titanic è la storia di una tragedia simbolo
dell’incoscienza, della tracotanza, dell’egoismo umano e anche della disparità
sociale. A quasi 4000 metri sotto il mare il grande T non ha perso nulla della
sua superbia, ma piano piano viene distrutto da cose piccolissime, i batteri...
La vicenda va quindi oltre il semplice disastro: è una parabola morale. Il tuo
libro – che lo ricordo è “L’onda lunga
del Titanic” di Tiziana Viganò edito da Macchione - è un bel romanzo sulla
bellezza dell’amore: la parte che hai dedicato alla vicenda del T è interessante
perché hai dato vita e sentimenti ai personaggi realmente esistiti
inquadrandoli in un’ambientazione proprio molto precisa, sembra proprio di
essere con loro sulla nave… e, parola di Claudio Bossi, ho proprio verificato
che fosse assolutamente realistica!
Grazie
Claudio, il tuo apprezzamento è prezioso per me! Senti, che ne dici di dire agli
ascoltatori qualcosa sulla bella mostra che è in corso a Torino fino alla fine di giugno, The Artifact Exibition, con
bellissimi allestimenti curati da Dimensione Eventi, dove sono esposti
oltre ai reperti raccolti sulla nave, anche ricostruzioni di ambienti,
fotografie e documenti storici davvero interessanti…
Un’occasione davvero unica per i tanti appassionati italiani
della storia del Titanic che, ti garantisco sono davvero molti. Mi fa davvero piacere
che accanto agli oggetti della nave vi siano anche delle piccole cose
appartenute ai passeggeri, ma vorrei soprattutto elevare una menzione al fatto
che un’intera sezione della mostra è
dedicata ai nostri italiani che erano a bordo del celebre transatlantico,
chi come membro dell’equipaggio chi come normale passeggero.
Sezione
della mostra che hai curato tu personalmente! Quando si parla di Titanic la tua
consulenza è indispensabile! E in
anteprima possiamo dire che il tuo terzo libro riguarderà proprio l’Italia sul
Titanic? Bene, chiudiamo questa chiacchierata con Claudio Bossi ricordando
il suo ultimo libro “Gli enigmi del Titanic” edito da Enigma e il mio romanzo
“L’onda lunga del Titanic” di Tiziana Viganò edito da Macchione.
due grandi l'un di fronte all'altro a parlare del mitico T. Complimenti a entrambi
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