10 gennaio 2016 - Seconda giornata tra scrittori a
Rescaldina (Mi) IL VIZIO DI SCRIVERE –Sull’argomento "La mia ossessione”
Cristian Dall'igna ha scritto questo racconto malinconico, con finale
positivo
Patrizia, così bella, dolce: impossibile non
amarla!
Mi ricordo che andavamo sempre al parco appena
c'era un po' di sole, ci sdraiavamo sul fianco nell'erba in modo da guardarci
negli occhi. Passavamo pomeriggi interi a chiacchierare, a volte si creavano
momenti di silenzio che non erano mai imbarazzanti.
I suoi lunghi capelli ricci erano soffici come il
cotone. La loro fragranza inebriava il mio olfatto e la loro morbidezza mi
accarezzava dolcemente, sentivo i brividi quando mi avvolgevano il viso. Mi
guardava coi suoi splendidi occhioni verde chiaro, mi sorrideva creando la
fossetta sulla guancia destra che adoravo tantissimo e la sua bellezza mi
mandava in estasi.
Una volta si è avvicinata lentamente alle mie
labbra fermandosi a pochi millimetri, sentivo il suo lento respiro, la mia
pelle percepiva la sua presenza, ho cercato di allungare il labbro inferiore
per avere il contatto, lei si è allontanata quel tanto che bastava per
impedirlmelo, ma sempre sufficientemente vicino da avere la sensazione di
poterci arrivare.
Ero in suo potere e lo sapeva benissimo, mi ha
sorriso ricreando la fossetta che mi ipnotizzava come un cerchio concentrico
che girava vorticosamente, avrei potuto starnazzare come un'oca o ululare alla
luna se me l'avesse chiesto. Poi il cerchio si trasformava in un pendolo che
oscillava lentamente da destra a sinistra: sentendomi sfiorare i naso sono
uscito dalla trance e l'ho vista far oscillare la testa come il pendolo di
prima; ha riavvicinato le sue labbra alle mie creando un movimento concentrico
per accrescere il mio desiderio che era già alle stelle. Poi avvicinando la
bocca al mio orecchio e mi ha sussurrato:
< Ti amo > e mi ha baciato intensamente.
Questo era il mio paradiso!
...Fino a settimana scorsa, quando senza nessun
motivo concreto mi ha lasciato, dicendomi che non mi ama più e il paradiso si è
trasformato in inferno. Non mangio più, non dormo più, bevo e fumo per non
pensare. I miei genitori sono preoccupati, ma non me ne curo.
< Vedrai che ti passa! > continuano a
ripetere.
Ma non mi passa mai e soffro sempre di più.
Ormai sono uno zombi, non vivo più, sono un morto che cammina.
Meglio farla finita. Il ponte della ferrovia non
va bene, è basso e troppo trafficato, meglio quello che passa sopra il fiume,
altissimo e sempre deserto. A quest'ora e con questo freddo non passerà nessuno.
Ci vado subito prima di avere dei ripensamenti.
Sono arrivato, non c'è nessuno in giro. Salgo
sul parapetto del ponte, guardo giù e la testa mi gira per la profondità del
baratro, l'istinto mi fa appoggiare al palo del lampione. Mi devo staccare;
basta con questo strazio! "
La mia vita è inutile senza di lei e non potrà
mai essere la stessa. Sono entrato in un mulinello che mi trascina sempre più a
fondo nel buio, non ho più la forza di reagire e nuotare verso la luce. Sento
il mio corpo che oscilla ricreando un cerchio con un raggio sempre più stretto
che mi trascina verso il basso. Una folata di vento mi raggela la pelle del
viso e mi fa quasi perdere l'equilibrio. Ma questa volta non mi aggrappo al
palo della luce, sono pronto. Propendo il mio corpo in avanti, sento che sto
per cadere nel vuoto.
Sento i miei piedi staccarsi da terra. Sto
volando verso l'ignoto, o verso l'inferno. Il mio corpo tocca terra. Apro gli
occhi e vedo una bellissima ragazza che mi dice qualcosa.
Forse non sono all'inferno, ma in paradiso! Un
angelo dai capelli neri, mi sta dicendo qualcosa ma non riesco a capire...il
ponte era davvero troppo alto.
Torno a guardare, senza capire nulla, il mio
bellissimo angelo che continua a parlarmi: mi dà una sberla, poi un'altra
ancora più forte.
< Qualunque sia il motivo del tuo gesto non
ne vale la pena, dammi retta! Tutti i problemi si possono risolvere! >
Mi guardo attorno, sono sdraiato sul ponte. Mi
gira la testa e mi fa male la schiena.
< Mi sono buttato dalla parte sbagliata? >
< No imbecille che non sei altro! Ti ho preso
per la giacca e ti ho tirato indietro un attimo prima che ti buttassi di sotto.
Non so quali sono i tuoi problemi ma di sicuro ci sono altre soluzioni >
< Senza la mia Patrizia non riesco più a
vivere >
< Senza la tua Patrizia puoi vivere come
riescono a vivere tutte le persone che vengono lasciate e amano ancora. L'amore
non è ossessione e l'ossessione non è amore! Dai vieni con me che ti offro una
bella tazza di cioccolata calda >
Col suo aiuto mi rialzo lentamente e mi
accompagna in un bar lì vicino. Le racconto la mia vicenda, lei le sue
avventure e riscopro il piacere di ridere. All'uscita ci siamo salutati e, con
la scusa di controllare che non farò più nessun gesto stupido, ci siamo
scambiati il numero di telefono.
Mentre rientro a casa
ripenso alla giornata di oggi: incredibile come possa bastare un gesto gentile
per scuoterti, il sorriso di un bel viso per colorarti la vita. Una farfalla
che sbatte le ali nel momento giusto può farti cambiare la visione del mondo:
la vita è veramente imprevedibile.
Non so se fioriranno rose da questo incontro. Ma
di sicuro non sarà mai più un'ossessione.
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