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S.R. - Oggi ho il grande piacere di intervistare una persona davvero straordinaria che ammiro tantissimo! Sono onorata di avere nel mio gruppo Tiziana Viganò, una vera professionista della scrittura, una persona poliedrica dai mille interessi, molto attiva anche nel volontariato sociale a favore delle donne.
Andiamo a conoscerla meglio.
Andiamo a conoscerla meglio.
T.V.-Counseling è psicologia di sostegno, un modo di fare terapia al disagio attraverso la comunicazione: nel mio caso attraverso metodi della psicoterapia della Gestalt. Ho praticato in studi privati a Milano mentre per la Regione Lombardia ho lavorato a progetti di orientamento agli studi universitari e al lavoro con studenti delle scuole superiori e dell’università.
S.R.- Posso chiederti se e quanto questa esperienza di vita tende a riflettersi nei tuoi scritti?
T.V.- Moltissimo! Nel mio libro “Come le donne” nel mio romanzo giallo “Sinfonia nera: storie di donne e delitti” mi sono sempre ispirata a storie vere di donne che ho raccolto nelle mie esperienze come Counselor. Le ho rielaborate e scritte in modo narrativo, ma l’ispirazione viene proprio dalle donne che ho conosciuto direttamente.
S.R.- Nel corso della
tua vita hai pubblicato molti saggi e articoli e ultimamente hai deciso di
esordire nel mondo dell’editoria anche nel settore della narrativa. Qual è
stata la molla che ti ha spinta a percorrere questa strada?
T.V.- Avevo tante storie da raccontare, storie emozionanti che
desideravo condividere con gli altri. Le ho “tenute nel cassetto” o meglio nel
pc, per qualche anno poi ho deciso di pubblicare “Come le donne”. Ora che ormai
è esaurito ho proposto i due libri a 0111 Edizioni che mi ha accettato:
usciranno quindi a breve l’e-book del primo e il cartaceo con e-book del
secondo.
S.R.- Nel
2012 pubblichi “Come le donne”, una raccolta di 12 racconti interamente
dedicati alla figura femminile. Si tratta di storie vere di donne
rappresentate, per usare le tue parole, “con le loro luci e ombre, nelle
difficoltà e nel successo, nel dramma e nella rinascita”. Mi interessava sapere
com’è nato questo progetto letterario.
T.V.- Le mie donne rappresentano simboli della condizione
femminile oggi: non è un caso che abbia scelto la narrazione in prima persona,
queste donne sono entrate dentro di me e mi hanno formato con la loro
esperienza, hanno età diverse, in qualche caso razze diverse, ma hanno in
comune proprio la capacità di riprendere in mano la loro vita. Per questo
diventano simboli. I racconti percorrono un cammino che termina con gli ultimi
due, storie che vogliono proporre non certo una soluzione, ma che indicano vie
possibili. Ognuno poi troverà la sua strada.
S.R.- In
questo tuo appassionante lavoro emerge la forza e il coraggio di quelle donne
che, con impegno e passione, sono riuscite a prendere in mano il loro destino e
a raggiungere i loro obiettivi, ma emerge anche la forza di donne che hanno
superato dolori enormi e hanno saputo rinascere a nuova vita. Un inno alla
femminilità, mi verrebbe da dire. Come ne esce la figura maschile di fronte a
questa figura di donna determinata e sicura di sé?
T.V.- Nonostante sia cresciuta negli anni del femminismo
arrabbiato non ho mai condiviso i modi intransigenti e integralisti. Penso che
solo integrando le loro diversità uomini e donne possano vivere al meglio, con
amore. Il percorso delle donne negli ultimi quarant’anni è stato lungo e
faticoso: ora gli uomini si sentono indeboliti e questo è un danno. Mi piace
pensare che esistano uomini che di fronte alle loro compagne ritrovino la loro
energia maschile, molto diversa per fortuna, e la agiscano per il meglio, senza
desiderio di sopraffazione ma in una gara positiva per essere al meglio, senza
vincitori né vinti, ognuno con la propria umanità.
S.R.- Racconti
di vita vissuta, quindi, nei quali irrompe a tratti l’immaginazione. Che ruolo
riveste la fantasia in queste storie reali?
T.V.- Mi serve soprattutto per velare la realtà, per
salvaguardare la privacy delle persone a cui mi sono ispirata. Ho usato molta
fantasia nel romanzo giallo, unita alla logica che in un libro del genere deve
far coincidere ogni elemento della costruzione per portare ogni indizio alla
soluzione finale.
S.R.- Da
quello che mi è parso di capire, in questi racconti emerge anche il ritratto di
una figura femminile che si ribella ai modelli imposti da una società
prevalentemente maschilista, che non è più disposta a essere oggetto di
violenze. A livello psicologico, come tendi a rappresentarla?
T.V.- Semplifico e dico in poche parole concetti che
richiederebbero pagine e pagine: noi donne siamo multitasking, abbiamo la
capacità di vedere a 360° la realtà, con il cuore oltre che con la testa, gli
uomini sono capaci di centrare gli obiettivi, di concentrarsi meglio di noi, ma
spesso rivelano fragilità che la cultura impedisce loro di mostrare; da questa
debolezza repressa possono derivare problemi molto grandi, anche la violenza
contro le donne. Ora c’è più consapevolezza, ma il cammino è ancora lungo, bisogna
cambiare la cultura che sta alla base di una sottomissione millenaria e non
perdere mai di vista la dignità e il rispetto per la persona.
S.R.- Complimenti
per questo tuo libro che nel 2014 ha vinto il Premio Internazionale Nuove
Lettere, sezione Narrativa, dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli. Nel
2013 hai pubblicato anche un’antologia con opere di dodici scrittori dal titolo
“Una rondine sul filo” . Oltre alle storie di vita vissuta, sei anche
un’appassionata del genere giallo, noir. Infatti, hai vinto il premio speciale
nel XXV concorso “Borgo degli artisti” di Milano con un racconto giallo
intitolato “Mal di psiche mal di cuore”. Questo importante riconoscimento ti ha
stimolata a seguire questo filone?
T.V.- Sì certamente, dopo quel primo racconto ho continuato a
scrivere gialli, elaborando una trama che riunisce quattro indagini distinte
legate tra loro da una storia che corre come un trait d’union : la storia
personale del maresciallo dei carabinieri che di fronte alle esperienze portate
dal suo lavoro cambia molto il suo modo di vedere la vita e l’amore.
S.R.- Parliamo
ora di “Sinfonia nera: storie di donne e delitti”. Si tratta
di quattro racconti aventi per protagoniste, anche in questo caso, le donne.
Rispetto a “Come le donne” cosa emerge qui di diverso?
T.V.- Qui le donne non sono più capaci di prendere in mano la
loro vita e rinascere. Qui sono vittime o carnefici: la patologia di coppia
prende il sopravvento e finisce nel sangue.
S.R.- Quanto,
i fatti di cronaca realmente accaduti, hanno ispirato questo tuo lavoro?
T.V.- Come ho detto prima mi sono ispirata a storie di coppie che
ho direttamente conosciuto: per “fortuna” queste sono rimaste solo sul piano di
una grave sofferenza, ma avevano in sé i germi per una trasformazione in
qualcosa di infinitamente più grave, la violenza fisica o psicologica che viene
sempre prima di ogni delitto. I fatti di cronaca ci fanno capire che nessuna
violenza è improvvisa, ci sono sempre premesse che vengono ignorate.
L’assassino, il mostro, spesso viene definito dai vicini “una persona così
perbene, tranquillo…”
S.R.- Parliamo
ora del protagonista maschile: il maresciallo Adelio Rusconi. Ci vuoi
tratteggiarne le caratteristiche principali?
T.V.- Posso dire che anche qui avevo visto il personaggio in una
Stazione dei carabinieri di Legnano un giorno che ero andata a fare una denuncia? Lo
studio del maresciallo è descritto proprio come l’ho visto, e poi è comparso il
brigadiere: in quel momento ho avuto l’illuminazione, erano i miei personaggi!
Tutto il resto è invenzione. Adelio, un nome raro e quei pochi sono della zona
del legnanese, è bello, vanesio, sciupafemmine, divertente, ma intelligente e
capace: nelle prime due indagini dimostra intuizione unita a una calda umanità.
Col tempo e con le esperienze portate dal suo lavoro diventerà più maturo, più
capace, e riuscirà a entrare sempre di più nel mondo delle persone che sono
coinvolte nelle indagini: anche in campo sentimentale cambieranno le sue
esigenze….
S.R.- Questi
quattro racconti gialli, quattro indagini che si uniscono in romanzo (“Mal di psiche mal di cuore”, “Una mente in nero”,
“Due enigmi” e “La quadratura del cerchio”) sono caratterizzati da una climax
ascendente di tensione e drammaticità. Immagino che l’effetto sia stato voluto
e ricercato, ti posso chiedere il motivo di questa scelta stilistica?
T.V.- Il primo giallo, “Mal di psiche mal di cuore” è il più
semplice, mi serviva per introdurre i lettori nell’ambiente -Legnano– e per far
conoscere i protagonisti. Piano piano le storie si fanno più complesse, la
terza “Due enigmi” è la più forte a livello emotivo, fa commuovere, l’ultima è
la più tragica, con molti personaggi e una trama complicata. Per stemperare la
tensione ho introdotto proprio qui l’inizio della storia d’amore, quello vero,
del maresciallo. Ho lavorato in tutti sulla psicologia dei personaggi, curando
molto i particolari, le azioni, le parole, i fatti perché fossero realistici:
qui ho attinto ai miei studi di psicologia. Sono gialli con tanto di assassini,
ma non aspettatevi scene truculente e piene di sangue, sono una donna e, anche
se mi piace raccontare delitti preferisco che il lettore usi l’immaginazione.
Anche le persone che non amano il genere giallo potranno appassionarsi a storie
che ritraggono episodi di quotidiana psicopatologia, come spesso la ascoltiamo
alla televisione, intrecciati con la mia fantasia.
S.R.- Il
gatto, in questi racconti, ha un preciso significato. Ce ne vuoi parlare?
T.V.- Adelio Rusconi adora i gatti, come me, che pur ora ho una
cagnolina che considero quasi una bambina pelosa, ma i gatti hanno un certo
nonsoché, un fascino incredibile, ne ho avuti tre durante la vita… per questo
li ho usati come elemento comune nei racconti: danno al maresciallo la
possibilità di intuire elementi utili per le indagini, perché gli animali che
ci stanno vicino leggono il linguaggio non verbale di noi umani, hanno un fiuto
che noi non potremo avere mai, e ci fanno compagnia, sempre vicini e fedeli.
S.R.- Desidereri
che accennassi, in chiusura, al tuo ultimo lavoro letterario “Viaggi di nuvole
e terra”. Un libro frutto di un’esperienza personale che ti ha arricchita
molto. A tal proposito, mi piacerebbe chiederti quali sono i valori che ti
hanno trasmesso gli abitanti del luogo, cos’hai riscontrato in loro che a noi
manca.
T.V.- Come nella Repubblicana Dominicana e nel Sud Sudan, ma
anche in Grecia, altri luoghi di quei tre viaggi argomento del prossimo libro,
gli abitanti mi hanno insegnato la semplicità, il desiderio di una vita con
meno esigenze materiali, con la consapevolezza che si può essere felici con
poco, il giusto!, con quello che realmente serve per vivere, non di più, non di
meno. E che sorridere può essere facilissimo se riusciamo a vedere il mondo con
occhi diversi, più “puri”, meno disincantati. Mi piace sentire che nel mondo
latino si dica “encantada/o” per dire felice….! In quel mondo di contrasti
incredibili, di bellezza infinita e di bruttezza terrificante il loro sorriso,
i loro occhi miti e dolci sono cose indimenticabili, che mi hanno strappato il
cuore…..
S.R.- E
questo profondo concetto lo hai meravigliosamente espresso in questo intenso
estratto:
“Il nostro mondo non è perfetto, ma può essere sempre
migliorato perché la democrazia e la libertà ci garantiscono e ci proteggono.
Eppure ci manca la felicità, non siamo mai soddisfatti, siamo sempre alla
ricerca di qualcosa che non sarà mai come lo vogliamo, ci lamentiamo di tutto,
vorremmo fuggire non si sa dove. La lezione che ci viene dal mondo di chi non
ha niente è proprio quella di accorgerci dell’essenza e dell’essenziale, di
spogliarci di molte cose che sono come uno zaino pesantissimo che ci portiamo
dietro senza avere la consapevolezza di poterle eliminare, di ritrovare il senso di ciò che è davvero
importante nella vita, da conservare e difendere e quello di cui possiamo
liberarci per vivere meglio.”
che
belle parole ragazze!!
Tiziana
è senza dubbio una donna di grande fascino estetico e intellettuale, di quelle
che non si incontrano facilmente nella vita. I suoi libri rispecchiano la sua
purezza d’animo e un’empatia straordinaria nei confronti della sofferenza
umana. Dico solo questo: se al mondo ci
fossero più persone come lei, sarebbe di sicuro un posto migliore in cui
vivere!
Stefania Romito
Stefania Romito, in arte Romis, è una scrittrice di narrativa. Il suo primo romanzo, dal titolo"Attraverso gli occhi di Emma” (Alcyone Editore), tratta la delicata tematica della disabilità visiva. Alla prima presentazione del libro ha preso parte anche il Presidente dell’Istituto dei Ciechi di Milano, Cav. Rodolfo Masto. Il romanzo sta per essere tradotto in braille dalla Biblioteca per i Ciechi di Monza “Regina Margherita” e inserito, in versione audiolibro, nel catalogo del “Libro Parlato” istituito dall’Unione Italiana Ciechi (U.I.C). Nel 2013 pubblica, sempre con Alcyone Editore, un minibook umoristico illustrato dedicato alla vita di coppia dal titolo “Tu di che coppia sei?” che viene recensito anche dal settimanale “GIOIA”. Le bellissime vignette sono state realizzate dalla vignettista Isabella Ferrante. Attualmente Stefania Romito sta lavorando alla realizzazione di una biografia in qualità di ghost writer e contestualmente sta pubblicando un thriller a puntate dal titolo “Ophelia, le vite di una ghost writer” (Alcyone Editore). In ambito sociale è impegnata nella realizzazione di un progetto da lei ideato che mira a rendere disponibile nei teatri il servizio dell’audiodescrizione per i non vedenti.
"Attraverso gli occhi di Emma” (Alcyone Editore), tratta la delicata tematica della disabilità visiva. Alla prima presentazione del libro ha preso parte anche il Presidente dell’Istituto dei Ciechi di Milano, Cav. Rodolfo Masto. Il romanzo sta per essere tradotto in braille dalla Biblioteca per i Ciechi di Monza “Regina Margherita” e inserito, in versione audiolibro, nel catalogo del “Libro Parlato” istituito dall’Unione Italiana Ciechi (U.I.C). Nel 2013 pubblica, sempre con Alcyone Editore, un minibook umoristico illustrato dedicato alla vita di coppia dal titolo “Tu di che coppia sei?” che viene recensito anche dal settimanale “GIOIA”. Le bellissime vignette sono state realizzate dalla vignettista Isabella Ferrante. Attualmente Stefania Romito sta lavorando alla realizzazione di una biografia in qualità di ghost writer e contestualmente sta pubblicando un thriller a puntate dal titolo “Ophelia, le vite di una ghost writer” (Alcyone Editore). In ambito sociale è impegnata nella realizzazione di un progetto da lei ideato che mira a rendere disponibile nei teatri il servizio dell’audiodescrizione per i non vedenti.
Grazie, Tiziana! Per me è stato un grandissimo piacere intervistarti e approfondire la tua conoscenza. Sei una persona meravigliosa e una grande donna!
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