sabato 17 gennaio 2015

Roberta Lepri – “Io ero l'Africa”

recensione di Tiziana Viganò


Roberta Lepri – “Io ero l'Africa”, 2013, Avagliano editore – 13,00 euro

Sono stata tante volte in Africa, anche in quella che Roberta Lepri descrive. Il Sud Sudan è lontano dalla Somalia ma l’ambiente naturale è molto simile a quello del  fiume Giuba, dove la protagonista Angela guarda da vicino i leoni, vita e morte insieme, e sente la mole dell’elefante che sta per ucciderla.
Ho vissuto per un mese in uno sperduto villaggio lontano da qualunque rotta di civiltà, dove solo un ospedale costruito dagli italiani attirava i malati da centinaia di chilometri e i rifugiati che scappavano da una guerra vicina solo un centinaio di chilometri.
Leggendo questo libro mi sono ritrovata là con la mente e con le emozioni: ancor di più ho sentito l’identificazione con la protagonista quando dice “Io ero l’Africa”, perché è una terra che, se la ami, ti fa sentire parte di un tutto, piccola cosa, grumo di terra, è vero, ma inserita in una danza vitale cosmica, ti fa sentire così intrisa dalla materia della Terra e dai suoi ritmi che non riesci più a liberarti dalla sua magia, anche quando ne sei lontana. E come di giorno senti il tuo corpo come il corpo stesso della Terra, greve per il caldo e la luce abbagliante, l’orizzonte arido e l’umidità pesante, così di notte, quando ti sembra di toccare l'enorme luna e le stelle, respiri l’aria leggera e il blu profondo del cielo e l’anima si alleggerisce, si alza, come ad essere tutt’uno con l’universo intero. Indimenticabile.


Così anche i protagonisti del libro, Angela e Teo, vissero il loro periodo più autentico e forte in quel paese lontano dalle loro abitudini, uno sradicamento che fece emergere la loro parte interiore migliore e peggiore, anime che tornarono completamente diverse da prima.
E siccome “La realtà non è ciò che accade, ma ciò che facciamo con ciò che accade” (Aldous Huxley) i due coniugi avranno dall’Africa regali diversi per la loro evoluzione: la dura realtà, il nuovo stile di vita, il contatto con popoli così diversi farà emergere in Angela una grande forza attrattiva, l’amore per il popolo e per i suoi bisogni, fonderà una missione e una scuola per migliorare le loro condizioni, apprenderà nuovi ritmi di vita e di lavoro arricchendosi di una calda umanità e di sensualità. Teo invece, gretto e problematico già nella sua terra, pieno di paure, malato di potere, farà emergere la sua parte peggiore: violento, prepotente, socialista di facciata, razzista di fatto,  userà i sottoposti come animali al suo servizio disprezzandoli e vedrà nell’Africa, al contrario della moglie, solo una terra ostile e violenta, da sfruttare e dominare.
E’ una storia degli anni Cinquanta, ma il tempo in Africa scorre più lentamente che da noi e i fatti potrebbero essere accaduti ai giorni nostri, nonostante il flusso migratorio si sia invertito portando nei nostri paesi occidentali milioni di persone di pelle colorata che ai più continuano a incutere paura, perché diversi.
La piccola Bianca, nipote di Angela e Teo, l’autrice bambina, è ossessionata dalla storia dei nonni ex coloni e vive l’Africa attraverso i loro racconti, forse un po’ confusa dai differenti e opposti punti di vista: attraverso le narrazioni, alcune vere, altre velate dall’arte della scrittrice, ci passa un messaggio di attenzione ai problemi sociali, di scavo dell’anima umana,  con le sue trasformazioni di fronte ai cambiamenti e all’adeguamento a realtà nuove.

Il mio consiglio
Una lettura scorrevole e veloce, uno stile senza fronzoli, personaggi affascinanti e interessanti, una storia capace di attrarre l’attenzione e non lasciarla più, e sullo sfondo la Natura e il popolo di un continente: per chi la conosce come me e per chi, come l’autrice, la immagina attraverso le narrazioni dei nonni. Il mal d’Africa comincia così e non guarisci mai più.

Roberta Lepri
Nata a Città di Castello (Perugia), si è laureata in Lettere moderne all'Università di Siena con una tesi su Michelangelo. Attualmente vive e lavora a Grosseto. Vincitrice di numerosi premi letterari, ha pubblicato i romanzi Sulla terra, a caso (ExCogita, 2003), L'Ordine inverso di Ilaria (Guida, 2005, vincitore della X edizione del Premio Cimitile), L'Amore riflesso (Guida, 2006). Con Avagliano editore ha pubblicato La ballata della Mama Nera (2010), Il volto oscuro della perfezione (2011) e Io ero l'Africa (2013). Dopo un libro precedente dedicato all’arte, “Il volto oscuro della perfezione”, ritorni ad un impegno civile che c’era già nella “Ballata della Mama Nera”, e al tema del razzismo.


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