venerdì 28 ottobre 2022

"Le rose di Orwell" di Rebecca Solnit. Novità in libreria

BOTANICA E POLITICA:

LE ROSE CONTRO TUTTI I TOTALITARISMI

 LE ROSE DI ORWELL E I LIMONI DI STALIN:

DUE MODI DI PENSARE IL MONDO, DUE MODI DI

 COLTIVARE

Amare le rose, saper prendersene cura, esser capaci di gioire della bellezza: in questo saggio Solnit racconta le radici dell’antitotalitarismo di Orwell che si oppone alla visione di Stalin, dittatoriale anche nel rapporto con la natura e la coltivazione. 

Rebecca Solnit ritrae un Orwell più speranzoso, e offre una meditazione sul piacere, sulla bellezza e sulla gioia come atti di resistenza

 

“Nella primavera del 1936 uno scrittore piantò delle rose”. Così inizia il nuovo libro di Rebecca Solnit, una riflessione sulla passione di George Orwell per il giardinaggio e sul modo in cui il suo coinvolgimento con le piante, in particolare i fiori, illumina il suo impegno di scrittore e antifascista. Il racconto di Solnit si sviluppa tra la scrittura e l’agire di Orwell: andare a visitare le miniere di carbone dell’Inghilterra, combattere nella guerra civile spagnola, criticare Stalin quando gran parte della sinistra internazionale lo sosteneva ancora. Il libro offre una lussureggiante esplorazione di politica, rose e piacere, e una nuova interpretazione di George Orwell come un appassionato giardiniere la cui scrittura politica era fondata sulla sua passione per il mondo naturale. Il ritratto si conclude con una rilettura di 1984 che offre l’immagine di un Orwell più speranzoso.

 

 “Non avevo pensato con sufficiente impegno a quelle rose di cui avevo letto la prima volta più di un terzo di secolo fa. Erano rose, ed erano a un tempo le sabotatrici dell'atteggiamento con cui a lungo avevo accettato una versione convenzionale di Orwell e un invito ad andare più a fondo nella questione. Erano domande su chi fosse veramente lui e chi fossimo veramente noi, e su come il piacere e la bellezza e il tempo trascorso senza un tornaconto pratico quantificabile occupino un posto nella vita di qualcuno, forse di chiunque, abbia a cuore la giustizia, la verità, i diritti umani, e voglia cambiare il mondo”

 

hanno scritto sul libro

«Ho amato questo libro:Orwell è raccontato come un padre gioioso, speranzoso, amante della vita ma soprattutto come un appassionato ed energico giardiniere». Margaret Atwood

Se “orwelliano” è diventato sinonimo di oscurità e oppressione, Solnit ci presenta un Orwell innamorato del giardinaggio, della natura e con un piacere fisico nei confronti della vita: il suo antidoto al cupo puritanesimo degli ideologi. The Guardian

Una lettura coinvolgente che riflette su argomenti diversi come la crisi climatica, le ideologie estremiste.The Telegraph

Rebecca Solnit usa il giardino di Orwell come mezzo per esplorare la vita personale, la scrittura e il pensiero politico dello scrittore.Washington Post

Grazie alle parole di Rebecca Solnit, la scrittura di Orwell trova nuova luce.The Stetesman

Non è facile trovare nuovi punti di vista su una figura così importante: Rebecca Solnit ci è riuscita. Vogue

 

Rebecca Solnit californiana, è scrittrice, giornalista, storica, ambientalista, femminista e critica d’arte. Per Ponte alle Grazie sono usciti: Gli uomini mi spiegano le cose (2017), Storia del camminare (2018) e Ricordi della mia inesistenza (2021).

I suoi scritti sono apparsi su Harper’s Magazine e The Guardian. Vincitrice di numerosi premi, è una delle intellettuali americane più rispettate e autorevoli.


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