Siamo in Grecia, nell'isola di Skiatos: davanti a una Natura così bella il pensiero vola ...
Come le stelle attorno
alla bella luna
pronte ritraggono il
fulgido sembiante
quando quella piena
più risplende
sopra la terra bruna
(Saffo)
C’è solo la musica ritmica del mare stasera sotto una luna
piena enorme e bianchissima: all’orizzonte il mare fluisce nel cielo in un
blu così intenso da sfiorare il nero.
Fluire: anche il suono di questa parola scorre lentamente,
mille momenti di sospensione si uniscono per un moto così lento ma
continuo e incessante, cui nessuna energia può opporsi, “panta rei” diceva
Eraclito, perché ogni nostro istante non è mai uguale al precedente e noi non
siamo mai uguali mentre passiamo da un tempo all’altro.
Tutto muta dentro e fuori di noi, cambia nasce e muore,
fluendo...ogni cellula ogni respiro ogni pensiero ogni ricordo in un
continuo divenire.
La filosofia è nell’aria in quest’isola dimenticata dal
tempo, sembra che i ricordi vicini e lontani si aprano continuamente, lampi che
mi confortano perché, purtroppo, vivo in un mondo così lontano da quello
dei pensatori, di chi fa del pensiero una ragione di vita. Ora è Eraclito
l’oscuro, ora è la vista della Natura che qui si trasforma in personaggi
mitici, che dà sembianze umane alle piante, agli animali e agli astri...In Grecia è
così.
E mi piace guardare la Natura pensandola madre e anche
matrigna, dispensatrice di benessere, ma anche superiore, indifferente e non
partecipe agli umani destini, così come la vedevano gli antichi greci,
o Leopardi, così come l’hanno sempre vista gli abitanti di queste isole
devastate da periodici,
Alceo di Mitilene e Saffo di Lesbo in un Kalathos attico a figure rosse del Pittore di Brygos, 490-470 a.C.) |
intensi terremoti. Nell’ambivalenza c’è un senso del limite e della finitezza
che l’uomo oggi sembra aver perduto, perché si sente onnipotente, diventato
un dio grazie alla tecnologia e alla scienza, capace di penetrare alle
radici della vita nel DNA, di manipolare i geni di creare nuove forme di vita,
anche se stesso, teso alla perfezione del corpo e al rifiuto della mortalità.
Un’idea pericolosa quella della nostra cultura cristiana che la Natura sia
sempre buona, perché donata da Dio al servizio dell’uomo che può usarla e
sottometterla: e com’è ridicolo di fronte alla sua potenza, l’uomo/dio che rifiuta
l’idea della morte, è così fragile e misero...
C’è pochissima gente in giro, pochissimi gli stranieri,
Skopelos è molto diversa da Skiatos: i greci escono al tramonto, fanno lunghi
bagni nell’acqua tinta di rosso e giallo, giocano nell’aria finalmente
tiepida, poi vanno a mangiare nelle taverne o nelle case e i paesini si svuotano.
Solo nel capoluogo Chora c’è un po’ di animazione:
negozietti, alberghi, ristoranti e bar attirano gente, ma Skopelos rimane un’sola
per lupi solitari, anche gli abitanti sono meno accoglienti che a Skiatos, sono
sempre gentili, ma più riservati. Parlano inglese, ma con difficoltà, trovo
qualcuno che
parla italiano, non riesco a fare le chiacchierate
interessanti che facevo la settimana scorsa nell’altra isola: ma mi sono adeguata
presto ai modi di vivere di qui, con la sensorialità attivata la bocca si
chiude, si sta in silenzio e si attiva il cervello.
"Viaggi di nuvole e terra,
taccuini tra realtà e fantasia"
autore: Tiziana Viganò
genere: narrativa di viaggio
2018,
Macchione editore
pagg. 221 con 85 illustrazioni a colori
ISBN-13: 978-8865705278