Tutti noi amiamo
alcune cose che ci caratterizzano: i libri, la cioccolata, il mare, le serie
televisive, postare su facebok ...perfino la scrittura! Cose innocue che ci
danno attimi di serenità e ci fanno sorridere di noi. Saliamo due gradini:
qualcuno ama, magari un po’ troppo, mangiare e bere, oppure contare le calorie
dei cibi, l’igiene, seguire la moda o i gossip, essere iperattivo o troppo
pigro....niente di che...
Saliamo altri due
gradini: qualcuno fuma davvero troppe sigarette, o si abbuffa anche di notte,
beve dalla mattina alla sera, oppure si sfianca con ore e ore di allenamenti in
palestra o chilometri in bicicletta, spende troppi soldi al gratta e vinci o
online, passa ore e notti attaccato al pc o allo smartphone...
Saliamo ancora un
gradino e quelle cose che facevano di noi Tizio o Caio, con qualche piccola o
grande mania, sono diventate patologia di interesse psichiatrico, il disturbo ossessivo-compulsivo: sono diventate,
cioè, ossessioni, compulsioni,
dipendenze – addiction – che
distruggono la vita di chi ne è afflitto e di chi gli sta vicino.
Argomento attualissimo, se ne parla ovunque nei
media e non, perché è piuttosto diffuso nella popolazione del mondo e sembra in
crescita. Perché se fino a qualche anno fa si parlava molto di dipendenze, cioè la necessità di
assumere sostanze fisico e chimiche
per vivere – alcool, droghe, cibo - ora si parla di nuove dipendenze, new
addictions, che sono dipendenze
comportamentali - gioco d’azzardo,
internet, smartphone, videogiochi, shopping compulsivo , sesso, lavoro –
cioè la ricerca compulsiva di un oggetto
che dia significato alla vita e senza il quale non si può vivere.
Malattie psichiatriche tipiche della nuova società,
ancora più rischiose, perché in apparenza sono attività lecite, anzi, socialmente accettate e addirittura
esaltate, normalmente agite da tutti: sono abitudini diffuse, quotidiane ben
lontane dall’apparire come un sintomo clinico, che diventa tale perché si va da
un estremo all’altro, dalla “normalità” all’eccesso, allo squilibrio. Sono
insidiosissime espressioni di un disagio psichico
profondo e di un malessere culturale e sociale: chi ne è afflitto non
riesce a sopportare l’ansia e la depressione, il dolore mentale che
comporterebbe rinunciare all’ossessione, con perdita di controllo e incapacità
di smettere. L’ossessione diventa il
focus nella vita del soggetto e domina i suoi pensieri, i suoi sentimenti e
il suo comportamento, condannandolo a fuggire dal mondo reale e dalla propria
vita, dalle relazioni sociali e affettive. Anche l’alterazione dei neurotrasmettitori,
sostanze chimiche presenti nel sistema nervoso denunciano queste carenze: lo
psichico diventa fisico. Qualche definizione:
paura di essere senza smarthphone - nomophobia
dipendenza da cybersex - compulsive sexual behavior
navigazione web compulsiva - internet addiction disorder
gioco d’azzardo patologico - gambling
shopping compulsivo - compulsive buying
accumulo compulsivo - hoarding
ossessione per la
forma fisica – vigoressia
Questo l’argomento, alquanto spinoso e complesso, del nuovo
libro di Paolo Roversi “Addicted” 2019, SEM edizioni un thriller che ha il
pregio di parlare di psicologia con la facilità e l’immediatezza di una storia
avvincente e appassionante, che tiene con i fiato sospeso fino all’ultima riga.
Un luogo splendido, un’antica masseria nel Salento, isolata
da tutto e da tutti, dieci persone chiuse in una prigione dorata: sette
pazienti affetti da varie dipendenze, una psichiatra, Rebecca Stark, pronta a
curarli con il suo metodo efficace e collaudato, due persone dello staff, un
magnate russo, guarito dalla dottoressa, che ha visto il business della cura
delle addiction nella casa di cura
Sunrise, prima di una catena mondiale.
Nessuno conosce l’identità dei pazienti, sette come i vizi
capitali, come le sette piaghe d’Egitto: Lena Weber ossessionata dalla forma
fisica, Tim Parker brooker cocainomane, Claudio Carrara avvocato e giocatore,
Rosa Bernasconi sedicenne disposta a vendersi per una ricarica di cellulare,
Jian Chow web designer dipendente dal cybersex, Julie Arnaud ninfomane, Jessica
De Groot, autlesionista. Chiusi con le loro ossessioni in una prigione dorata,
dovranno fare gruppo, una squadra, una comunità per sconfiggere i mostri dentro
di loro. Ma cominciano a scomparire...Un fatto di sangue accaduto in Germania
nel 1994 aleggia come un incubo nei ricordi di qualcuno: quale sarà il
collegamento con i fatti attuali?
Una pioggia biblica laverà ogni indizio, simbolo di una
catarsi con un finale aperto che ci lascerà molte incognite.
Con un occhio a “Dieci piccoli
Indiani” della mitica Agatha
Christie, Paolo Roversi, col suo nuovo thriller ne fa una trasposizione in
chiave moderna: non sono più delitti e colpe passate ma le ossessioni della
nostra epoca a portare i protagonisti a cercare soluzione ai loro problemi,
carnefici e vittime di se stessi.
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