Un libro che si legge con molta
scioltezza, grazie all’abilità intrinseca dell’autrice e dalla capacità di
saper trattare situazioni drammatiche introducendo, in un contesto angoscioso, battute
ironiche che avvengono tra il maresciallo Adelio Rusconi e dal suo braccio
destro, il brigadiere Totò Lo Monaco. Quest’ultimi sono personaggi conduttori
creati con abile maestria e che vi guideranno per tutto il tempo delle avvincenti
trame “gialle”.
La preziosa opera rispecchia e tratta un tema che è infelicemente sempre
in aumento: la violenza sulle donne, che non è sono violenza fisica, ma anche
psicologica e che vengono specialmente consumate nelle mura domestiche. Come
rivela il testo infatti è proprio nella famiglia che si consumano la maggior
parte degli abusi sulle donne da parte di mariti, conviventi, fidanzati o ex.
Nel
volume vi troverete di fronte a uomini immaturi e incapaci di amare, e a donne
innamorate; ma in realtà questo amore nasconde un sentimento malato e decisamente
ossessivo e patologico.
Leggendo il libro si plasmano nella mente
attente valutazioni e soprattutto numerose domande: perché chi dovrebbe donare
amore si rivela essere il peggiore aguzzino? Quando
si smetterà di infierire contro i più deboli e di maltrattare i più indifesi?”
Il volume fa
riflettere che il dramma di una violenza sessuale va ben oltre della mera
violazione dell’integrità della persona umana, perché quella che viene stuprata
è la dignità della donna, è quella che viene fatta letteralmente fatta a
pezzi.
Il romanzo ha risvolti psicologici penetranti.
L’autrice vi farà riflettere in introspezioni profonde tanto
che lo scritto richiama l’eco del grande Pirandello.
Complimenti a Tiziana
Viganò per questa opera che ha tutti i presupposti per aprire le porte a un
nuovo successo editoriale.
Avvalorano l’opera le citazioni, per niente
messe a caso ma inserite in un conteso pertinente, di: Pablo Neruda, Paul Verlaine, Walt Whitman, Saffo, Thomas Hobbes, Alexandre
Dumas.
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