Recensione di Tiziana Pennato Medico, Psicologa,
Psicoterapeuta t.pennato@gmail.com
per il blog "Parliamo di libri"
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"Sinfonia nera in quattro tempi" di Tiziana Viganò, Selpub Youcanprint, 2016
La violenza sulle donne. I suoi infiniti volti, le sue molteplici declinazioni. Violenza fisica, psicologica, sessuale, economica. Violenza subdola, strisciante oppure esplosiva, dirompente, ma comunque distruttiva, devastante. Violenza che uccide, ferisce, annienta e trasforma. Trasforma le donne che la subiscono, spegnendole, piegandole, indurendole, deformandole nella psiche, nell’anima.
In "Sinfonia nera in quattro tempi" ci sono DONNE fragili, insicure, dipendenti, come ANNA, una “gran bella donna, ma con scarsissima autostima e incapacità di affermarsi: pensava di risolvere i suoi problemi usando il sesso e l’amore per ottenere riconoscimenti, per essere vista, per avere l’aiuto di cui aveva disperatamente bisogno.”
Donne troppo innamorate, incapaci di difendersi da un amore che non le ama, che le domina e le distrugge, come LAURA, usata ed abbandonata senza pietà, come uno straccio, un giocattolo senza anima, divorata prima dalla passione e poi da un odio altrettanto feroce.
Donne giovani, ingenue, ferite nel corpo, nello spirito e nelle illusioni, come GINA, scissa tra amore e vendetta, serva complice amante e, al tempo stesso, dominatrice carnefice.
Donne plagiate, piegate, manipolate, isolate, annullate, drogate di parole e sostanze, ridotte all’ombra di ciò che erano, come CLARA, angelo vendicatore lucido e disperato.
UOMINI altrettanto fragili: immaturi, narcisisti, viziati, oppure
controllanti, dominanti, comunque incapaci di amare e rispettare le proprie
compagne, di riconoscerle come persone, di accettare la loro volontà, il loro
rifiuto. Coppie sbagliate, a volte
in modo evidente sia a loro stesse che agli altri, a volte ammantate da un
alone di normalità.
“Quante
coppie normali, perfette, nascondevano, dietro un'apparente quiete, abissi di
solitudine e di sopraffazione, giochi perversi basati sul ricatto, sul rapporto
dominante-dominato; oppure c’era un elemento della coppia che dall’esterno
sembrava "sano" ma in realtà bruciava l'autostima, le capacità e
l'indipendenza di quello che si riteneva "malato". Triste, triste,
triste.”
Violenza come un veleno che uccide, corrompe, distrugge. Uccide le vittime, oppure le segna per sempre: nelle ferite
fisiche, le cicatrici di Laura e Gina. Ma, soprattutto, le segna nell’anima,
trasformandole, in un ciclo perverso, da vittime, a loro volta, in carnefici di
se stesse e di altre donne.
Perché la violenza satura l’aria, si respira e contagia
tutti quelli che coinvolge, anche i tutori dell’ordine che la dovrebbero contrastare,
come il brigadiere Tommaso Lo Monaco, detto Totò, che riserverebbe volentieri
ai colpevoli di violenza un trattamento ben al di fuori di quella legge che è
chiamato a rispettare e far rispettare. Al tempo stesso, però, conoscere le difficili storie di violenza
aiuta a riflettere, comprendere, imparare per non ripetere gli stessi terribili
errori: permette di crescere, di diventare migliori, come accade al
maresciallo Adelio Rusconi che, grazie alle drammatiche esperienze
professionali e anche ai suoi studi di psicologia, nel tempo si trasforma da
ragazzone narcisista e un po’ superficiale in uomo più maturo e consapevole.
Ed è proprio in questo
che sta il pregio principale dei racconti di Tiziana Viganò: infatti, la
scrittrice affronta con coraggio e profondità un tema sempre più attuale, del
quale c’è estremo bisogno di parlare, rendendolo al tempo stesso più facilmente
fruibile per il grande pubblico, e stemperandone l’impatto emotivo altrimenti
non facile da tollerare, attraverso la forma del romanzo giallo e la compagnia
rassicurante della simpatica coppia di protagonisti, Adelio e Totò.
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